Il quadrifoglio

 

Il quadrifoglio e’ la pianta portafortuna per eccellenza, si sa. Alzi la mano chi, trovandone uno non provi un guizzo di gioia…

Il quadrifoglio, sapete, altro non e’ che un trifoglio a quattro foglie. Nasce da un’anomalia della riproduzione del trifoglio bianco (Trifolium repens), risultato di una mutazione genetica molto rara. Il rapporto e’ di 10.000 a 1! Infatti, siccome si tratta di una mutazione priva di vantaggio per la pianta, e’ limitata a poche apparizioni, seguendo la teoria di Darwin sull’evoluzione. Anche se puo’ capitare, come e’ accaduto a me, di incappare in una pianta che ne particolarmente generosa nel produrre quadrifogli (pensarci bene, avrei dovuto provare a riprodurla).

Inoltre, se ne possono incontrare anche con piu’ di quattro foglioline: addirittura, assicura il Guinness dei Primati, in Giappone, nel 2009, ne e’ stato trovato uno con 56, decisamente un quadrifoglio super-portafortuna.

Il trifoglio stesso, del resto, e’ simbolo di fertilita’, abbondanza, fecondita’ perche’, come le Leguminose in genere, grazie alla simbiosi con particolari batteri che vivono sulle radici, cattura e fissa l’azoto atmosferico, arricchendone poi il terreno: nel 1700 in molte regioni europee si era diffusa l’abitudine di seminarlo nei terreni piu’ poveri, per renderli fertili. Prima ancora, in Irlanda, dove cresce in quantita’, rappresentava un’importante fonte di nutrimento per il bestiame, e dunque fonte di abbondanza, senza contare che nella cultura celtica simboleggiava la divinita’ come pure l’equilibrio tra mente, corpo e spirito. Fu cosi’ che San Patrizio, nel quinto secolo, nel catechizzare gli Irlandesi, utilizzo’ proprio questa pianticella a loro tanto cara, per spiegare sia il mistero della Santissima Trinita’, sia le tre virtu’ teologiche riportate nella Bibbia: fede, amore e speranza. Fu cosi’ il trifoglio divenne il emblema dell’Irlanda cattolica.

L’anomalia del quadrifoglio lo ha reso ancora piu’ prezioso del trifoglio, presso queste ed altre culture: se per esempio per i sacerdoti celtici, i Druidi, rappresentava un potente scaccia-spiriti maligni, dall’altra parte del mondo, presso i Maya, che consideravano il quattro il numero perfetto, era simbolo di prosperita’ e perfezione. Anche nell’Europa antica, dal Medioevo in poi, venne considerato perfetto e bene augurante, perche’ quattro sono le stagioni dell’anno, i punti cardinali, i venti principali, le fasi lunari.

Di tutto cio’ a noi sono arrivate due credenze: la prima, meno nota, che mettere un quadrifoglio sotto il cuscino garantisca buoni sogni; la seconda, che conosciamo tutti, che porti fortuna a chi lo trova, a chi lo indossa, a chi lo riceva in dono. Ovviamente, va fatto seccare, con cura, e poi conservato per sempre, magari incorniciato. Ma e’ altrettanto bello, e di buon augurio, anche disegnato, dipinto, ricamato, di latta, di stoffa, di lana…

2016-07-25 17.52.14 copia

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