Amamelidi in fiore

Tra gli arbusti a fioritura invernale più noti vi sono gli amamelidi, detti “noccioli delle streghe” per la forma delle foglie, per le presupposte proprietà rabdomantiche dei rami, quelle sedative e decongestionanti dell’interno della corteccia, e penso anche per l’aspetto un po’ streghesco dei loro fiori. Così comunque le soprannominarono i pionieri inglesi che li incontrarono in America per la prima volta. Alcune specie sono infatti nordamericane, altre hanno invece origini asiatiche.

Arbusti decidui a crescita lenta e poco ramificata, gli amamelidi sono apprezzati per la bizzarra ed esplosiva fioritura, che illumina i rami ancora spogli dall’autunno all’inizio della primavera, ma perlopiù in inverno. I fiori sbocciano tutti assieme e durano più di due mesi. L’unico aspetto negativo, a parer mio, si verifica quando, a causa di un autunno troppo mite questo quest’ultimo, le foglie seccano ma non cadono tutte a terra: così rimangono pendule sui  rami, in modo un po’ lugubre, e sciupano lo splendore della fioritura, come potete constatare dalle fotografie che ho scattato in questi giorni al Parco Sempione di Milano.

Torniamo alle loro buffe corolle: sono formate da petali sottili, nastriformi, più o meno increspati o arricciati, tipicamente giallo zolfo, e sorrette da un calice rosso. Il loro profumo è delizioso, con un che di miele e giacinto.

In Italia ci limita ancora a coltivare poche specie e varietà, anche se alcuni nostri vivai stanno incominciando a proporre una scelta maggiore, come Fiorella Gilli,  mentre l’offerta è ricchissima in Olanda, Inghilterra e soprattutto in Belgio, da cui deriva la maggior parte, grazie alla passione di una giardiniera d’eccellenza, Jelena de Bleder, che tante ne ha selezionate nel suo giardino. A raccontarmelo, pochi anni fa, è stato il compianto amico Enrico Cappellini, che tanto mi ha insegnato sulle piante:  e da allora incontrare un’amemamide mi fa sempre pensare a lui. Anche il suo vivaio, Cappellini Pianti, ne possiede una buona collezione.

Specie e varietà sono tutte più o meno profumate, ma alcune più delle altre; inoltre quelle a fiore giallo sprigionano una fragranza fruttata o dolcemente speziata, quelle a fiore arancio o rosso, invece, un profumo più leggero e meno dolce.

Le fogli, ovali o arrotondate, compaiono dopo i fiori e sono belle, soprattutto in autunno, quando si fanno giallo oro, rame o rosse.

I frutti, come potete osservare in una delle imamgini, sono capsule deiscenti, contenenti due lucidi semi neri, che maturano l’anno dopo, cosicché le piante portano fiori e frutti insieme (da qui il nome del genere, Hamamelis, in greco “assieme ai frutti”).

La chioma è rada, a forma di cono rovesciato più o meno allargato, il portamento elegante, la corteccia grigia e luminosa. Nei nostri climi gli amamelidi raggiungono i 4 metri di altezza e larghezza, ma in quelli di origine, e nordeuropei, arrivano anche 7-8 metri.

Specie, ibridi e cultivar. Hamamelis x intermedia: ibrido orticolo fra H. japonica e H. mollis, fiorisce da dicembre a marzo, ha fiori e foglie gandi, queste ultime rosse e ancio brillante in autunno. Utrarustico, si declina in molte varietà, fra cui, a fiore giallo: ‘Advent’, molto profumata’, ‘Arnold Promise’ e ‘Moonlight’, giallo pallido, dalla fragranza forte e dolce; a fiore arancio: ‘Aphrodite’, molto profumata, ‘Jelena’, molto bella ma un po’ meno fragrante, ‘Antico Amore’ e ‘Orange Beauty’; a fiore rosso: ‘Diane’, ‘Livia’, ‘Ruby’, ‘Ruby Glow.

Hamamelis japonica: di origine giapponese, a portamento espanso, ha foglie obovate più piccole rispetto alle altre specie, fiori medio-piccoli, in gennaio-febbraio. Tra le sue cultivar, ‘Sulphurea’ ha fiori giallo citrino e un profumo debole ma dolce; ‘Zuccariniana’ presenta fiori piccoli, giallo limone pallido, tardivi e molto profumati, e un magnifico fogliame autunnale.

Hamamelis mollis: di origine cinese, molto decorativa, forma fiori giallo oro, nel cuore dell’inverno, dai petali più lunghi rispetto alle altre specie, riuniti in mazzetti. Le foglie sono quasi rotonde, gialle in autunno. Particolarmente bella la sua cultivar ‘Pallida’, a portamento allargato, fiori giallo zolfo chiaro, dolcemente profumati, in febbraio.

Hamamelis vernalis: originaria degli Stati Uniti centrali, ultrarustica, produce fiori molto piccoli, increspati, giallo bruni con calice rosso, dal profumo pungente ma gradevole, in gennaio-marzo. La sua cultivar ‘Sandra’ ha fiori giallo cadmio e bellissime foglie sfumate di porpora in primavera, arancio e scarlatte in autunno.

Hamamelis virginiana: di origini nordamericane, è un piccolo albero o grande arbusto dalla chioma espansa. Fiorisce già in autunno, con fiori gialli, dal profumo dolce ma debole. Le foglie si fanno gialle in autunno. Ultrarustica, rapida a crescere, è adatta ai giardini boscosi e ai terreni calcarei e argillosi. Spesso è utilizzata come portainnesto e dai suoi fiori si distilla l’essenza di amamelide, dalle proprietà emollienti per la pelle.

Come coltivarli. Gli amamelidi sono rustici o ultrarustici, robusti, estremamente longevi, ma lenti a crescere (salvo H. virginiana). Si inseriscono bene sia nei giardini medio-piccoli, sia nei grandi parchi, come esemplari isolati e nelle macchie di arbusti. Amano i climi freddi, dove possono essere coltivati fino a 1.000 metri di altitudine, in luoghi soleggiati o in ombra leggera, al riparo dai venti freddi, per via della fioritura precoce; salvo Hamamelis virginiana, le specie, dalle radici sottili e delicate, chiedono terreni freschi, leggeri, ricchi di humus, neutri o acidi, privi di calcare, ma si adattano e accettano anche di essere innaffiati con acqua calcarea; H. virginiana e le cultivar innestate su quest’ultima o su Parrotia persica tollerano invece anche i terreni argillosi e calcarei.

La potatura si limita alla pulizia, contenuta perché sono arbusti che crescono molto lentamente, in ordinato, e producono poco secco, come mi diceva Enrico Cappellini, al riordino e al diradamento dei rami troppo allungati, da effettuare dopo la fioritura. Non potateli mai troppo, anche quando sono giovani, per dar loro modo di svilupparsi. Se volete, potete raccogliere i rami da portare in casa, ma solo da piante già grandi, e cercate di limitarvi ai rami tagliati per il diradamento, poiché ricacciano male.

2 Commenti

  • Claudia failla.pilli
    21 Gennaio 2017 4:51

    Bellissimo articolo che mi gusto….grazie al fatto che sono in ferie. Grazie.

    • Margherita Lombardi
      23 Gennaio 2017 18:06

      Grazie di cuore, Claudia!

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