Sembra un muscari ma non lo è: Bellevalia pycnantha

Appartiene alla famiglia delle Hyacinthaceae, la stessa dei muscari, con i quali può essere di primo acchito scambiata: invece si chiama Bellevalia pycnantha. Molto graziosa, presenta minuti, tubolosi, blu scuro, riuniti in fitti racemi appuntiti: sono ermafroditi (cioè portano stami e ovario insieme), al contrario di quelli dei muscari, che hanno l’aspetto di campanelle tubolose pienotte e sono unisessuali (cioè portano stami e ovario separatamente). La pianta delle immagini l’ho fotografata ancora in boccio da Raziel.

Fiorisce come i muscari in primavera, dopo aver emesso le foglie, nastriformi, piuttosto ampie e carnose, basali, presenti da novembre fino alla fine della fioritura (mentre quelle dei muscari sono lineari, sottili e numerose, raccolte in ciuffi alla base dello stelo; talvolta compaiono prima dei fiori, anche in autunno, altre assieme, in ogni caso continuano a crescere dopo la fioritura).

Bellevalia pycnantha, è riginaria di Turchia, Caucaso, Iran e Armenia, dove cresce fino a 1000-2000 metri di altitudine, nei prati fertili, umidi in primavera e asciutti in estate, quando va in riposo. Non teme il freddo né il caldo estivo, purché non venga bagnata, e si naturalizza con facilità: ecco dunque una bella bulbosa adatta i giardini mediterranei.

Le assomiglia Bellavalia romana, un tempo chiamata Hyacinthus romanus, difusa nel Mediterraneo, che invece presenta fiori campanulati, bianchi, ma verde-rosati finché in boccio, come nella fotografia. Tutte e due raggiungono i 30 centimetri di altezza.

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