La berretta del prete di Silvia Molinari

Silvia Molinari e’ una deliziosa ragazza e una meravigliosa pittrice. Dal suo pennello nascono acquarelli delicatissimi, dal tratto sottile e dai dettagli minuziosi, pieni di dolcezza e poesia, su carte preziose d’ipriazione giapponese. Rami, bacche, fiori, fili d’erba, steli secchi, uccellini, leprotti e tanti altri animali selvatici, che attirano la sua attenzione e abilita’. Silvia mi ha fatto un grande regalo: pubblicare ogni mese un paio delle sue opere, con le quali illustrare i miei post. Grazie, Silvia, davvero!

Cominciamo con la fusaggine (Euonymus europaeus), detta anche berretta del prete per la forma curiosa delle capsule contenenti i semi, che maturano in autunno. E’ un piccolo albero o grande arbusto, appartenente alla famiglia delle Celastraceae, che raggiunge i 6 metri di altezza: lo si incontra nei boschi in collina e media montagna, lungo i margini, nelle radure e nelle siepi ed e’ proprio in questa stagione che lo si nota piu’ facilmente, grazie al fogliame rosso fuoco e, appunto, ai frutti. Questi ultimi sono capsule a quattro lobi, rosso-rosa scuro, che a maturita’ si aprono mostrando i semi arancione, che obbiettivamente ricordano i copricapi un tempo indossati dai preti. Sapete invece il motivo dell’altro soprannome? Ebbene, il legno, bianco, duro e compatto, veniva utilizzato per fare i fusi, con i quali filare la lana.

I fiori, invece sono minuscoli, bianco-verdastri; le foglie sono opposte, verde chiaro, sottili e acuminate, sfolgoranti in autunno. La corteccia e’ liscia, dapprima verdastra, poi grigia.

Dalla specie sono state ottenute varieta’ ancora piu’ decorative, tra cui ‘Red Cascade’ ‘Red Ace’ e ‘Red Caps’ , dai frutti particolarmente abbondanti, durevoli e colorati; e ‘Albus’ (indicato anche come var. albus), che presenta frutti bianchi.

La specie e le varieta’ sopracitate sono molto rustiche (-20°C) e crescono bene sui terreni sia fertili sia poveri, molto ben drenati, anche sassosi, e calcarei, al sole o in mezz’ombra.

 

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