Ed ecco il secondo acquarello di novembre che mi ha inviato Silvia Molinari? Non e’ incantevole? Raffigura l’agerato (Ageratum houstonianum o caeruleum ), detto anche celestino, erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Di origine messicane, nei nostri climi e’ coltivata come annuale, molto apprezzata per i suoi fiori leggeri, azzurro-violetti, in capolini piumosi (e infatti in francese viene chiamato plumetis,) che sbocciano dalla primavera fino all’autunno inoltrato.
Il fusto e’ rigido, eretto, cavo all’interno e non ramificato; le foglie sono alternate, grigio-verde, con margini lievemente seghettati.
Il genere Ageratum comprende in realta’ una sessantina di specie, la quella piu’ nota e coltivata e’ appunto Ageratum houstonianum, che prende il nome dal botanico W. Houston che la scopri’ in Messico. Ne sono state ottenute molte varieta’, diverse per il colore dei fiori e l’altezza della pianta (piu’ basse della specie, che arriva a 50 centimetri di altezza).
Da coltivare l’agerato e’ facilissimo: piantatelo in pieno sole, tollerarno la mezz’ombra, in un terreno fertile e ben drenato. In vaso, utilzzate un terriccio soffice, ricco di sostanza organica e sabbia, per garantire il drenaggio ed evitare che si compatti. Il terreno deve rimanere sempre umido (ma non inzuppato). Dove la temperatura non scende sotto i +4°C lo si puo’ coltivare come perenne a vita breve.
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