Antichi erbari da scoprire a Reggio Emilia

Venerdì 27 gennaio, alle ore 17.30, presso la Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi a Reggio Emilia, sarà possibile ammirare alcuni antichi erbari, presentati da Caroline Salomon, presidente dell’associazione di promozione sociale Associazione Arte in Orto. Da sempre grande appassionata di piante, Caroline, di orgine belga, ha ideato e creato questo meraviglioso giardino a stanze dieci anni fa, aiutata dalla Silvia Ghirelli che ne ha disegnato gli spazi. Nel giardino, di cui vi racconterò a primavera, fra collezioni di ortensie, viburni e graminacee oramentali, rose antiche e moderne, tanti altri arbusti, perenni e bulbi annuali,  s’incontrano spaventapasseri e varie sculture prodotte come attività di laboratorio dall’associazione, che raggruppa amanti dell’arte, del verde e del territorio.

Venerdì saranno esposti una decina di preziosi erbari storici, custoditi con grande cura nell’archivio della Biblioteca Panizzi: un’occasione da non perdere, per ammirare queste antiche tavole, frutto di ore di lavoro, osservazioni, scambi tra studiosi di tutte le parti del mondo, ricche di informazioni botaniche e in molti casi vere e proprie opere d’arte di per sé, che raccontano l’evoluzione delle piante attraverso i secoli. Fra le opere le più significative che potrete osservare in occasione dell’incontro a Reggio Emilia, vi sono Commentarii (De Materia Medica, Dioscorides Pedanio) di Pietro Andrea Mattioli (Venezia, 1544), Dendrologiae naturalis di Ulisse Aldrovandi (1668), Indice dei Semplici di Carlo Luigi Bertozzi (1682) e Philosophia botanica in qua explicantur fundamenta botanica di Carl Linné (Vienna, 1770).

A proposito di erbari. Dall’antichità classica all’età premoderna gli erbari sono stati la migliore se non l’unica fonte di conoscenze botaniche-mediche, a disposizione degli erboristi e degli speziali. Si distinguevano in figurati e vivi. L’erbario figurato è una raccolta a scopo didattico e scientifico di piante, che possono essere dipinte (hortus pictus) o essiccate (hortus siccus). Il più importante dell’antichità è quello della principessa Anicia, risalente al VI secolo d. C. Gli erbari vivi erano invece raccolte di piante in vegetazione, corrispondenti agli orti botanici, le prime delle quali, gestite soprattutto da monaci, erano destinate alle piante medicinali, dette medicamenti semplici (da cui la denominazione di Giardini dei Semplici, per gli orti botanici, e Indici dei Semplici, per indicare alcuni erbari figurati). Solo in seguito, negli orti botanici vennero coltivate anche le piante non medicinali, a scopo didattico e scientifico. Quando, nella seconda metà del 1500, la botanica si affrancò dalla medicina e dalle altre scienze, gli orti botanici divennero anche luoghi di sperimentazione e acclimatazione di nuove piante esotiche. Per saperne di più, sull’argomento erbari e botanica, consultate il sito del Museo Aboca e la buona wikipedia

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