Camminavo l’altro giorno per strada, a Milano, quando chi ti incontro, fra le piante offerte dal fiorista Frida’s? Due bei vasoni di cavolo kale, ovvero l’ultima moda in fatto di cavoli, cucina e bevande disintossicanti. Kale è il termine inglese che si riferisce a un’antica varietà di cavolo (Brassica oleacea) riccio, dalle foglie porporine tutte arricciate; drammaticamente bella (come direbbero gli Inglesi), tanto da essere appunto proposta anche come pianta da ornamentale. E in effetti…Immaginatela accanto a tagete e zinnie, tra pallide rose antiche, assieme a rudbeckie, Echinops, soffici stipe e penniseti…
Ma il cavolo kale (c’è chi preferisce chiamarlo cavolo riccio Kale) è, innanzitutto, una pianta orticola straordinariamente ricca di sostanze nutritive (betacarotene, proteine, acido folico, calcio, ferro, potassio, magnesio, manganese, vitamine C, K, A, E e molte del gruppo B, acidi grassi essenziali omega 3, antiossidante e fibre) e dagli infiniti benefici sulla salute: mantiene l’equilibrio acido-basico nell’organismo, depura, agisce contro le infiammazioni, sostiene il sistema cardiovascolare, aiuta a perdere peso, riduce il rischio di sviluppare tumori, arteriosclerosi e la broncopneumopatia cronica ostruttiva…Perciò va mangiato a piene mani! Potete utilizzarlo in tantissime ricette, anche crudo in insalate, frullati, centrifugati, e vi si possono preparare ottime e benefiche chips, come da qualche anno propone l’industria alimentare inglese. Troverete un sacco di ricette gustose in un libriccino che mi ha regalato Camilla Zanarotti (per chi non la conoscesse, brava paesaggista, giardiniera e plantswoman): Cavolo! kale, scritto da Amelia Wasiliev e pubblicato da Guido Tomasi Editore.
A proposito di libri, Camilla e cavolo Kale, vi ricordo un testo che non può proprio mancarvi: Più orto che giardino – come coltivare verdure felici e fiori gentili, scritto da lei e Simonetta Chiarugi, per Mondadori. Un libro chiaro, facile, coltissimo, fresco, innovativo, ricco di informazioni di prima mano. Il cavolo riccio Kale vi viene ovviamente trattato, sia nel capitolo dedicato ai cavoli (a proposito, ne esistono oltre 50 varietà), sia in quelli sull’orto pigro e sull’orto in ombra. Come il cavolo nero di Toscana, la cipolla egiziana, la beta da foglie e da costa, la lattuga romana, il fagiolino pelandrone, e il topinambur, il nostra Kale richiede poche attenzioni, fornisce un ricco raccolto e si sposa bene, esteticamente parlando, con fiori e aromatiche. Può essere coltivato, si legge a pag. 119 «con successo in ogni zona climatica, ma dà il meglio dove gli inverni sono rigidi perché il freddo dona consistenza morbida e dolcezza del gusto. Poco importa se non avete troppo sole, al contrario di molti altri ortaggi ne trarrà beneficio». Il suo ciclo vegetativo dura due mesi, dalla semina alla raccolta, quindi, se decidete di coltivarlo, dovrete seminarlo scalarmente a partire da fine inverno, in modo da poterlo consumare tutto l’anno o quasi. In alternativa, in luglio potete acquistare le piantine e trapiantarle. È importante, raccomandano infine Camilla e Simonetta, raccogliere le foglie partendo da quelle inferiori, così si svilupperà altro fogliame.
4 Commenti
aboutgarden
30 Gennaio 2017 17:35ma grazie Margherita!
che bello essere qui sul tuo blog assieme a Camilla!
Adoriamo, nemmeno a dirlo, il Kale!!!
Margherita Lombardi
6 Febbraio 2017 18:09Figurati Simonetta! Un bacione!
Marisa
9 Febbraio 2017 8:24Lo conosco ma non lo trovo in commercio mi conviene prendere bustine di semi e seminarli scalarmente come suggerisci
Margherita Lombardi
13 Febbraio 2017 17:28Buona idea! Se vivi a Milano, ho scoperto che lo vendono dei ragazzi nel loro punto vendita di ortaggi a chilometro zero in corso Garibaldi, il portone dopo la chiesa dell’Incoronata.
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