I suoi fiori a trombetta ricordano molto quelli di wegelie e kolkwizie – e infatti appartiene alla stessa famiglia, quelle delle Caprifoliaceae – ma Dipelta ventricosa, nonostante sia stata introdotta in Ignhilterra, dalla Cina Occidentale, nel 1904, rispetto a loro è ancora rara in coltivazione, probabilmente per la difficoltà della sua propagazione.
Me l’ha fatta conoscere il bravo Massimo Perazzi, del vivaio Il Giardino, nei dintorni di Novara, che oltre a sperimentare e coltivare piante in gran parte insolite, realizza giardini.
Arbusto spogliante, Dipelta ventricosa raggiunge i 3-4 metri di altezza e i 2-3 metri di larghezza, con rami arcuati, foglie ovato-lanceolate, appuntite, una bella corteccia chiara che si sfoglia con l’età, fiori tubolosi-ampanulati, in singoli o in corti corimbi, rosa-lilla, profumati, a metà-fine priamavera. Molto rustica, desidera terreni freschi ma molto bel drenati, preferibilmente alcalini, al sole o in mezz’ombra. Le sono simili D. floribunda, dai fiori più grandi, aperti, bianchi sfumati di rosa, e D. junnanensis, che ha fiori bianco-rosati con fauci grandi e gola macchiettata d’arancio, entrambe cinesi.
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