Settembrini e altre fioriture autunnali

Sedum spectabile
Sedum spectabile

Il mio piccolo giardino sospeso continua a regalarmi fioriture, anche in ottobre. Vanno avanti imperterriti a sbocciare i tagete, anche se alcune piante, che ho lasciato andare a seme, sono ormai secche; le terribili belle di notte (Mirabilis jalapa), anche l’anno prossimo sara’ piu’ cattiva e diradera’ drasticamente le nuove piantine che di certo spunteranno (anzi, se qualcuno ne vorra’ un po’, si faccia avanti) per dare spazio solo ad alcune; l’agliosa Tulbaghia violacea; l’allegra Canna x indica ‘Durban’; i fedeli Sedum, dalle foglie grossocce e dalle infiorescenze nuvolose, se osservate in controluce; le passiflore (Passiflora caerulea). E quella delizia di Gardenia jasminoides ‘Repens’/’Radicans’ che sia , mi ha gia’ regalato il secondo fiore, da quando Cinzia Fessia me l’ha regalata a meta’ settembre.

Pero’ ho barato: da Orticolario mi sono portata a casa due aster settembrini, che adoro: Aster ‘Monte Cassino’ e ‘Vasterival’. Il primo, inizialmente classificato come Aster ericoides, ma da ultimo rinominato Aster pilosus pringlei, ha fogliame e fiori, bianchi, minuti e numerosissimi, che in autunno lo trasformano in una nuvoletta leggera, da 80 cm fino 150 cm di altezza, e circa 100 cm di larghezza: irresistibile, a parer mio.

ll secondo, ‘Vasterival’, che prende il nome da quello di un giardino botanico francese, e’ una varieta’ della specie Aster novi-belgii, di recente riclassificata come Symphyotrichum novi-belgii: dunque oggi si chiama Symphyotrichum ‘Vasterival’ e proprio un aster non lo e’ piu’, ma, per buona pace dei botanici, ci scommetto che continuera’ a lungo a essere considerato tale, e cosi’ chiamato, da vivaisti e appassionati. Alto e largo 120-130 cm, fiorisce da fine settembre fino all’autunno inoltrato. E’ una delizia: steli scuri, foglie piccole, e strette, una moltitudine di fiori piccoli, ma non piccolissimi, rosa-lilla.

I settembrini, si sa, sono molto, molto rustici, preferiscono i climi freschi, i terreni fertili, freschi, ben drenati e soleggiati dove fioriscono con piu’ abbonanza, ma possono essere coltivati anche nei climi caldi, bagnandoli di piu’ o collocandoli in mezz’ombra. Pero’ c’e’ un “ma”: queste due incantevoli varieta’, come molte altre peraltro, in vaso crescono assai male. O meglio, come mi ha spiegato l’amico Pier Luigi Priola, mago delle perenni: bisogna dare loro un vaso almeno di 60 cm, dove pero’ possono rimanere solo un anno; trascorso il quale, vanno rinvasati e puliti dalle radici piu’ vecchie, o meglio ancora divisi, altrimenti smettono di forire.

Insomma, in un terrazzo, ammettendo di avere lo spazio per vasi grossi, chi puo’ riuscire a star loro dietro? Il mio consiglio e’ questo: non privatevene, ma, una volta sfioriti, regalateli a qualcuno dotato di giardino. A fine autunno, infatti, liberera’ i miei due nel giardino di Camilla Zanarotti, brava paesaggista e giardiniera, che peraltro me li ha donati. O meglio, affidati.

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