Se alleviero’ il dolore di una vita
o aiutero’ un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avro’ vissuto invano – Emily Dickinson
Cosi’ scriveva la dolce Emily Dickinson a proposito di uno degli uccellini piu’ graziosi e amati. Simbolo della vita che sopravvive nel gelo dell’inverno, il pettirosso ha ispirato molte leggende ( www.lipu.it/pettirosso) e fin dall’Ottocento e’ entrato nell’iconografia natalizia, prima in Inghilterra e in seguito nel resto d’Europa.
L’altra notte, ne ho sentito uno cantare, in una successione di cascatelle di note: il suo canto e’ “liquido”, mi ha spiegato l’amica Cristina Reneccani Coretti, che vive in campagna e di pettirossi ne sente tanti in questa stagione. Il melodioso gorgheggiare di questo uccellino dagli occhietti come capocchie di spillo ha ispirato scrittori, poeti e musicisti: Chopin, per esempio, cerco’ di imitarlo nel tema principale della Grande Polonaise brillante, motivo per cui il pettirosso e’ stato sopranomminato “Chopin dell’aria”.
Ma perche’ in citta’ canta di notte? Perche’, mi ha detto, durante il giorno e’ sopraffatto dal rumore e cosi’ canta quando e’ buio e silenzioso. In realta’ nel video (buio..) che potete ascoltare cliccando sul link alla fine dell’articolo, oltre al pettirosso si distinguono anche il piu’ piccolo, lo scricciolo, il tordo e forse altri uccelli, mi assicura un’altra amica di piante e giardini, Cecilia Corradi. E “canta per il gusto del cantare”, mi spiega Clauda Anita Pavoni, perche’ non siamo ancora nella stagione degli amori.
Per tornare al pettirosso (Erithacus rubecola), e’ un piccolo passeriforme della famiglia dei Muscicapidae. Il piumaggio tipico degli adulti e’ di colore bruno oliva, con il ventre bianco sporco, il petto e la fronte arancioni, ma ai giovani manca la colorazione arancione e sono molto macchiettati.
Confidente verso l’uomo e curioso, ce lo si ritrova facilmente intorno, mentre si lavora in giardino e si rigira la terra, speranzoso di recuperare qualche verme o insetto venuto alla luce. Essenzialmente insettivoro (e si nutre in genere di insetti a terra, pur talvolta acchiappandoli in volo), accettera’ volentieri briciole di pane, grasso e semi: non fateli mancare, in giardino e sul terrazzo, ricordatevi degli amici piumosi.
Nonostante l’aspetto mansueto e le piccole dimensioni, il pettirosso e’ un tipetto molto aggressivo e litigioso: solitario salvo che nel periodo della riproduzione, e molto territoriale tutto l’anno, nella stagione degli amori (marzo), diventa terribilmente battagliero nei confronti degli altri maschi, che puo’ arrivare a uccidere.
Perche’ sembra di vederli soltanto in inverno? Diffusi in tutta Europa fino al Circolo Polare Artico e dall’Atlantico agli Urali, in Italia i pettirossi sono sia stazionari, soprattutto sulle montagne, sia di passo e invernali. Arrivano dal nord Europa, per sfuggire al freddo e alla mancanza di cibo, e dunque li si incontra piu’ facilmente.
Amano le zone boscose fresche e ombrose ma non troppo fitte, in particolare i boschi di latifoglie, i parchi e i giardini. Si accoppiano in marzo e le femmine preparano i nidi nei fori nei tronchi degli alberi o di muri, oppure nei cespi bassi e folti. Vivono 13 mesi e possono fare anche due covate all’anno, una di fila all’altra, con il maschio che nutre la prima e la madre la seconda.
Per saperne di piu, leggete Uccelli da proteggere e Natura mediterraneo
Ma intanto guardate come sono belli i ricami dedicati al pettirosso, realizzati da Cristina Rebeccani Coretti!
2 Commenti
Novella
30 Ottobre 2016 20:22Da noi in campagna sono tantissimi, e uno di loro veniva sempre nell’orto accanto a mio nonno quando lavorava la terra… E tornava tutti gli anni. Scene simili a quelle descritte nel libro “Il giardino segreto” in cui il pettirosso è uno dei co-progagonisti. Ci sono affezionata, insomma.
Margherita Lombardi
31 Ottobre 2016 11:43Vedi? fanno proprio così!
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