Margheritone gialle: ovvero, il topinambur

In autunno, esplodono di fiori giallo sole, in grandi macchie lungo le strade e i fossi: sono i topinambur (Helianthus tuberosus), margheritoni selvatici dalla radice (tuberi) commestibile. Ma di incontrarli anche in citta’, a Milano, non me lo apettavo prorpio: invece eccoli li’, spuntare da dietro un cancello nero, come se volessero fuggire lontano. Poi ho capito: erano stati piantati, probabilmene da maestre amanti della natura, nel picoclo giardino di un asilo d’infanzia. Che buona idea: queste alte, allegre e facili margheritone sono proprio quello che ci vuole per incantare i bambini e avvicinarli al giardinaggio.

Ma scopriamone di piu’: per quanto il topinambur sia ormai inselvatichito nelle nostre campagne, e’ in realta’ di origine messicane: sarebbe arrivato in Europa nel 1600 e da allora e’ coltivato, seppure marginalmente, proprio per i suoi tuberi, nodosi e allungati, dal sapore simile al carciofo. E infatti e’ soprannominato anche carciofo di Gerusalemme e patata del Canada. Tuttavia, si tratta anche di una magnifica erbacea perenne, ruvida e rustica, grazie alla sfolgorante fioritura tardiva, che la rende perfetta per le bordure di fine estate-autunno, come per gli incolti, in cantuccio della vigna, in un campo, nell’orto, nei giardini a bassa manutenzione e per giardinieri pigri o in altre faccende affacendati!

Coltivazione. Si adatta infatti, senza alcuna cura, a qualsiasi terreno e clima ed e’ generosissima: dai tuberi spuntano ogni anno, in primavera, steli alti 1-2 metri, da cui sbocciano grandi capolini giallo sole, che si possono anche recidere per luminosi mazzi campestri. A fine autunno gli steli seccano: e’ il momento, se volete, di raccogliere i tuberi pr poi cucinarli, e nel frattempo si conserveranno a lungo in cantina o sotto un portico. Ma ovviamente non tirateli su tutti tutti: lasciate i piu’ piccoli e quelli frantumati nel terreno, per rinnovare la coltivazione.

Se invece cominciate da zero, lavorate bene il terreno in profondita’ e arricchietelo con letame ben maturo, e piantate i tuberi (che trovate dal fruttivendolo in autunno) a 10 centimetri di profondita’ e a 40 centimetri di distanza uno dall’altro. Et voila’, e’ fatta! Purtroppo, vi avverto, i tuberi piacciono tanto anche ai topi e topolini…

 

4 Commenti

  • laura
    9 Novembre 2016 14:51

    Ne trovo di spontanee nei bordi della città di Milano, tipo verso il bosco in città. Solitarie e selvaticissime

    • Margherita Lombardi
      10 Novembre 2016 15:24

      Io li adoro!

  • cristina
    1 Giugno 2021 11:49

    qualcuno mi sa dire se sono commestibili anche le foglie e come si possono preparare.

    • Margherita Lombardi
      16 Giugno 2021 15:40

      No, non lo sono! Solo i rizomi.

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