Tropeoli rampicanti

Oltre a Tropaeolum majus, il noto nasturzio, esistono altre specie che meriterebbero altrettanto successo. Quattro in particolare, perché rampicanti erbacei, rapidi e curiosi. Appartenenti alla famiglia delle Tropaeolaceae, nascono da tuberi o rizomi (proprio come Gloriosa superba e Sandersonia aurantiaca), crescono in fretta raggiungendo i 2-3 metri di altezza, hanno un fogliame molto carino, palmato o lobato, liscio e morbido, deciduo, e una moltitudine di fiori a campanella, più o meno regolare, allungata o aperta, dai colori spesso contrastanti, dalla primavera all’autunno a seconda della specie.

Originarie delle zone montuose fresche dell’America centro-meridionale, sono rustiche tranne una, e di facilissima coltivazione. Potete farle arrampicare su un traliccio, una piccola piramide, o su un’altra pianta, preferibilmente sempreverde. Bellissime anche da far salire su una siepe formale, alla quale regaleranno fiammate di colore.

Cominciamo dalla prima, Tropaeolum pentaphyllum: rizomatosa, rustica, ha foglie lobate, leggere, verde glauco, e fiori a forma di piccole campanelle allungate, giallo e arancio-rosato, in estate e autunno. Osservatele bene: a me fanno pensare a minuscole navicelle aliene…

Tropaeolum speciosum: rizomatosa, rustica, foglie deliziose, peltate a sei lobi, verde scuro, e fiori rosso vermiglio, simili a farfalle, con un lungo sperone, in estate, seguiti da bacche lucide, blu, con calice rosso persistente. E’ quella che mi piace di più, assieme alla precedente, sicuramente é la più vistosa.

Tropaeolum tricolorum: tuberosa, rustica, foglie palmate verde chiaro e fiori in primavera, dall’aspetto particolare: a forma di campanella, giallo arancio, con coroncina alla base dei petali rosso scuro, hanno un lunghissimo sperone, stretto e incurvato, che a me fa pensare alla coda di un topolino.

Tropaeolum tuberosum: tuberosa, delicata e dunque riservata ai climi miti, fiori in estate, giallo oro sfumato e venato di arancio, con un lunghissimo sperone.

 

Coltivazione. Preferiscono un clima con forte differenza  di temperatura fra giorno e notte, “testa al sole e piedi all’ombra”, terreno profondo, umifero e fresco, ben drenato, asciutto in inverno. Metteteli a dimora in autunno: i rizomi in orizzontale, i tuberi leggermente inclinati; pacciamate in inverno con uno spesso strato di fogliame e compost; dalla ripresa vegetativa conservate il terreno fresco e concimate 3-4 volte fino a quando le foglie iniziano a seccare.

Le specie tuberose non amano essere trapiantate e si dividono in primavera; le tuberose, se coltivate in vaso, richiedono contenitori molto profondi e si dividono in autunno, ripiantandole subito.

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