Li vedo fiorire ogni anno, nella via dietro casa, settimane prima di Natale. All’inizio erano diversi alberelli, ora ne sono rimasti solo un paio o poco più. Sto parlando di Prunus x subhirtella ‘Autumnalis Rosea’, delizioso ciliegio ornamentale che fiorisce da novembre ad aprile, raggiungendo il picco in febbraio: per sua natura, anche se viene continuamente citato da giornalisti ignoranti in materia come esempio del cambiamento climatico cui la Terra è oggetto. Fenomeno purtroppo innegabile, ma che non riguarda il nostro ciliegio.
‘Autumnalis Rosea’ è una cultivar di un ibrido di origini giapponesi, nato dall’incrocio fra Prunus incisa e Prunus spachiana (o forse P. pendula). Piccolo albero deciduo, dal portamento allargato e leggero, possiede rami sottili e quasi danzanti, e foglie ovate, color bronzo in primavera, poi verde scuro, infine giallo splendente in autunno. I fiori, semi-doppi, rosa pallido, in mazzetti, iniziano a sbocciare in novembre-dicembre, dell’inverno, fino ad aprile, seguiti da piccoli frutti color porpora a maturità, molto apprezzati dagli uccelli. È tra le piante che si è meritata il titolo di Award of Garden Merit della Royal Horticultural Society. Altrettanto diffusa è la cultivar ‘Autumnalis’, a fiore semplice, bianco o rosa pallido. Entrambe, quando sono in fiore, formano una cupola lieve come un merletto: il modo migliore per ammirarla e lasciarsene avvolgere, è guardarla da sotto. Provateci e poi ditemi se non ho ragione!
Molto utilizzati nei giardini e nelle alberature cittadine proprio per la prolungata fioritura invernale, in realtà i Prunus x subhirtella, così come i ciliegi ornamentali in genere, non dovrebbero più essere piantati nelle pianure e ancor più nelle città: amano infatti i climi freschi e le estati troppo calde degli ultimi anni li fanno soffrire fino ad ucciderli. Di questo mi avvertita il caro e compianto amico Enrico Cappellini, grande esperto di Prunus oltre che di moltissime altre piante. Il vivaio Cappellini Piante possiede infatti una meravigliosa collezione di ciliegi giapponesi e da fiore in genere, raccolta ancora dal padre di Enrico, ma che negli anni è andata riducendosi proprio per la nuova difficoltà del loro utilizzo in troppe zone italiane, a causa dei cambiamenti climatici: in pianura e nelle citttà le estati sono ormai troppo calde e afose per loro.
Lo dimostrano i pochi esemplari superstiti nella via dietro casa mia – gli altri sono stati sostituiti con piante di Pyrus calleryana ‘Chanticleer’, molto più resistenti al caldo e alla città -, come pure le numerose piante inserite nel Parco Portello, sempre a Milano: una parte è stata cambiata con altrettanti Cercis siliquastrum; l’altra, all’interno del Giardino del Tempo, si trova in pessime condizioni. Soprattutto quest’anno, che, a causa di un autunno particolarmente mite, anche le piante stanno bene, perchè ben innaffiate o comunque situate in luoghi più freschi, hanno iniziato a fiorire più tardi, ancora con le foglie indosso, o non hanno ancora cominciato.
Io però spero che i pochi subhirtella vicino casa continuino a farcela, perchè ne aspetto la fioritura, ogni anno, come si aspetto il ritorno di un vecchio amico.
Perchè piantarlo. Perchè è una delizia, che allieta l’animo nella stagione più avara di fiori. E perchè fornisce cibo agli uccelli.
Dove coltivarlo. Nei climi freschi, quindi preferibilmente in collina, nei terreni fertili, umidi ma ben drenati, neutri o subacidi, meglio se contro uno sfondo scuro, che ne esalterà la grazia della fioritura.
4 Commenti
Laura
7 Gennaio 2017 10:22Ottimo articolo come sempre 🙂 In passato anch’io cascai nella trappola del segnale dei cambiamenti climatici cui feci seguire supponenti e allarmate considerazioni distopiche osservando un prunus milanese. Venni adeguatamente corretta da chi ne sapeva più di me. E ci vuole poco a saperne più di me. Grazie per il tuo bellissimo sito
Margherita Lombardi
10 Gennaio 2017 13:08Grazie mille, Laura! E non ti preoccupare: abbiamo tutti tanto da imparare, sempre!
Giovanni Codari
11 Marzo 2018 15:35Peccato non sia possibile allegare un’ immagine. Il mio in questi giorni, a Parabiago ( MI ), è stupendo.
Margherita Lombardi
19 Marzo 2018 13:43Cercherò di farla allegare!
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