Le lanternine blu di Clematis alpina

Erano anni che non andavo in montagna nel mese di giugno, il più ricco di fioriture. Ma nemmeno quando la frequentavo in questo periodo

da piccola e, più tardi, con i miei bambini, mi era capitato di incontrare questa meraviglia: Clematis alpina, un piccolo rampicante a portamento lianiforme, foglia caduca e dalla meravigliosa fioritura azzurro-violetta, tipico delle zone montane e alpine. Raggiungeo 1-2 metri di altezza o lunghezza, a seconda di come e dove si arrampica, su rocce, arbusti o tronchi. Per farlo, utilizza la parte basale del picciolo fogliare, che si avvolge una o due volte su quanto urta casualmente.

In maggio-luglio, a seconda dell’altitudine, si ricopre di corolle pendule, formate da quattro grandi tepali, simili a graziose lanternine. Le foglie sono composte, doppiamente tripartite.

Cresce nei boschi radi, nei cespuglieti, nei mugheti, sulle rocce preferilmente calcaree, sulle montagne artiche di Eurasia e Nordamerica e sulle alte montagne della zona temperata. In Italia è presente nelle regioni alpine, compresa la Liguria, da 800 a 1900 (2400) metri di altidudine, mentre sull’Appennino, un tempo presente, oggi non è più segnalata. L’ottimo sito Actaplantarum,  che vi raccomando per quanto riguarda la nostra flora selvatica, avverte  che non è frequente nè “socievole”.

Appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae e soprannominata “Vitalbino dei sassi”, l’incantevole  Clematis alpina è quindi estremamente rustica, per cui adatta ai giardini di montagna. Nelle immagini, scattate in Engadina a 1800 metri di quota, la vedete assieme ai rododendri alpini europei, in questo caso Rhododendron ferrugineum, che si distingue da R. hirsutum per avere, contrariamente a quest’utlimo, la pagina inferiore delle foglioline color bronzo e poco pubescenti.

 

Attenzione: è molto velenosa!

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