Meravigliose ombrellifere dei prati

Adoro le Ombrellifere, famiglia delle Apiaceae, così esuberanti e leggere, nel fogliame e nelle ampie infiorescenze (a ombrella, per l’appunto), insuperabili nel regalare a un giardino un’aria campestre e fatata. E quante sono! (Per non parlare degli ortaggi: sedano, sedano rapa, finocchio dolce, carote…)

Pensate a quelle entrate nell’orto per l’aroma dei loro fogliami: l’anice verde (Pimpinella anisum), l’aneto (Anethum graveolens), il cumino dei prati (Carum carvi), il coriandolo (Coriandrum sativum), il cerfoglio (Anthiriscus cerefolium), per non parlare  gli ortaggi veri e propri (sedano, sedano rapa, finocchio dolce, carote) ei quali non potrei fare a meno.

E a quelle spontanee dei nostri prati: la carota selvatica (Daucus carota), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare), la lappola bianca (Anthriscus caucalis) che cresce negli incolti sabbiosi, il tragoselino maggiore (Pimpinella magna), l’angelica (Angelica archangelica), il panace (Heracleum sphondylium), il cerfoglio dei prati (Anthryscus sylvestris), l’ammi (Ammi majus)…

Soffermiamoci sugli ultimi tre: il panace e il cerfoglio dei prati, perchè i nostri prati di montagna in questo periodo ne traboccano, e l’ammi, perché ne esistono cultivar magnifiche, sempre più utilizzate nei giardini.

Il panace (Heracleum sphondylium), detto anche sedano dei prati, è un’erbacea perenne commestibile, dal sapore che ricorda quello del sedano, e dalle infiorescenze bianche che profuma di carota. Diffusa nell’Eurasia e nel Nordafrica, nei prati fertili, umidi e concimati o nelle radure boschive, soprattutto nelle zone montane fino a 2.500 metri di altidudine, indica che il terreno è ricco di azoto. Alto fino a 150-180 centimetri, ha grossi fusti scanalati, cavi e ispidi e foglie molto grandi. Si può raccogliere (foglie, fusti, boccioli, semi) in primavera e in estate, le radici in autunno, tenendo conto ricresce ricresce subito dopo lo sfalcio e che fiorisce dalla primavera all’autunno. Attenzione però a non confonderlo con il pericoloso panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum), che non è commestibile ed è fortemente fototossica, provocando al contatto con la pelle terribili bolle e ustioni, a causa delle fucomarine contenute nella linfa. Ha dimensioni molto maggiori, arrivando a 4 metri di altezza, e un grosso  fusto dalle caratteristiche macchie rosse. Tenetevene alla larga!

 

Il cerfoglio dei prati (Anthryscus sylvestris), chiamato anche cerfoglio selvatico o mirride salvatica, è una specie biennale o perenne, eurasiatica e nordafricana, diffusa in quasi tutta l’Italia (salvo Puglia, Sicilia e Sardegna), fino a 1900 metri di altitudine. Alto 60-160 centimetri, ha assi fiorali ramificati, spesso privi di foglie, infiorescenze leggere e aggraziate, in maggio-giugno. Anche le foglie sono molto graziose, simili alle fronde delle felci nella parte infioriore, pennatodivise, con segmenti ovali oblunghi, incisi e dentati, e un poco pelose. Tutte le sue parti sono commestibili: i fusti, le foglie, le infiorescenze chiuse e in autunno le radici. Ma attenzione: può essere confusa con la cicuta (Conium maculatum), velenosissima come ben insegna Socrate, che, condannato a morte, la ingerì sotto forma di infuso. Erbacea europea a ciclo biennale, diffusa in Italia fino a 1800 metri di altitudine, prefibilmente nei luoghi freschi come i bordi delle siepi e i rigagnoli, è carattarizzata però da un odore sgradevole, simile alla pipì di gatto o di topo, soprattutto quando viene spezzata; fiorisce in giugno luglio e le foglie sono sì divise, ma con i segmenti più ampi, per cui ricordano quelle del prezzemolo. La si riconosce soprattutto per il fusto, liscio e maculato di rosso.

 

E infine l’ammi (Ammi majus), o visnaga maggiore, che invece è annuale. Si riconoscebene dalle : le basali sono simili a quelle del trifoglio, le superiori sono invece incise in molto sottili, tanto da apparire piumose. Le infiorescenze, bianche, sono strepitose: enorme, quasi a semicupola, leggere come un pizzo, perfette anche da recidere, per creare mazzi dal sapore campestre. L’ammi inoltre cresce preferibilmente nei terreni sabbiosi, come indica il nome del genere, Ammi (dal greco ammos, sabbia), e nelle regioni meridionali. È infatti originario della zona intorno alle coste mediterranee, seppure con prolungamenti verso nord ed est, nell’area della vite; lo si ritrova in tutta Italia, salvo Val d’Aosta e Trentino Alto Adige, fino a 1400 metri di altitudine e fiorisce da maggio a luglio. A parte l’uso fitoterapico, da qualche anno viene sempre più seminato nei giardini, in particolare in Inghilterra, per creare prati fioriti e bordure un po’ scarruffate. Stupende le sue cultivar: ‘Graceland’, dalle enormi ombrelle che da verde chiaro diventano bianche, ‘Queen Anne’s Lace’, con ombrelle ancora più gradni che durano almeno 10 giorni anche una volta recise e messe in acqua, ‘White Wonder’, dalle infiorescenze particolarmente leggere come fiuochi d’artificio bianchi, e quelle a fiore porpora e violette. Si seminano da marzo a maggio e a fine agosto-settembre.

Dove trovarle: dal Vivaio Millefoglie, che coltiva queste e molte altre.

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