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Montalcino è uno dei borghi più suggestivi della Val d’Orcia, situato a nord-ovest del Monte Amiata, in provincia di Siena. Il nome deriva dal latino Mons Ilcinus cioè “monte dei lecci” (Quercus ilex L.), specie molto diffusa nei boschi della zona e rappresentato anche nell’antico stemma comunale. Di origini trecenteche, solcato da strade strette e ripide, Montalcino è ricco di tesori artistici e architettonici; incastonato in cima a un colle, è immerso in un paesaggio incontaminato, tanto mirabile da essere entrato, nel 2004, tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità.
Montalcino è nota per la produzione di miele, olio extravergine di oliva, tartufi, salumi e formaggi, ma soprattutto del vino Brunello, ottunuto dal vitigno San Giovese Grosso. La zona non è interessata da nebbie, gelate o brinate tardive, mentre la frequente presenza di vento garantisce le migliori condizioni per lo stato sanitario della vite. Il clima è tipicamente mediterraneo, con limitate precipitazioni piovose concentrate nei mesi di marzo, aprile, novembre e dicembre. L’elevato numero di giornate serene durante l’intera fase vegetativa assicura una maturazione graduale e completa dei grappoli.
L’itinerario che vi proponiamo vi porterà alla scoperta del territorio di Montalcino attraverso cinque aziende vitivinicole molto speciali, per posizione, filosofia e rispetto dell’ambiente: sono biologiche o biodinamiche o ancora, anche se non sulla carta, hanno condotte più rispettose dei disciplinari biologici ufficiali, e una grande attenzione al territorio e agli alberi. Ce le ha infatti suggerite Stefano Lorenzi, arboricoltore e treeclimber certificato SIA (Società Italiana d’Arboricolture), ma anche sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier), che con grande attenzione cura i grandi alberi centenari presenti in alcune di loro.
Spiega Stefano Lorenzi a questo proposito: «È sempre più di attualità il concetto di conservazione del territorio e di biodiversità, cosa di cui si stanno rendendo conto in particolare i produttori di vini e, specialmente, di vini di gran pregio. Il motivo è semplice in apparenza: si stanno rendendo conto, piano piano, che il territorio che li ospita contribuisce in maniera completa alla creazione del loro “prodotto”. Quindi il vino è il risultato non solo del terreno e delle viti, ma anche di tutte le interazioni necessarie per cui questo avvenga. Nei distretti dove si è esagerato con il trasformare e industrializzare il territorio, dopo qualche anno e annata ci si è resi conto che il prodotto perdeva di identità e personalità».
Al contrario, è necessario recuperare queste ultime: «Sì, prima di tutto rispettando l’equilibrio ambientale che lo governa: dalle siepi presenti nelle vigne, che attirano impollinatori e uccelli, ai grandi alberi pluricentenari, che ospitano microrganismi e flora autoctona sia nella parte ipogea (cioè le radici), sia nella chioma. In questi ultimi 5 anni ho avuto modo di relazionarmi con alcune aziende del territorio di Montalcino, che hanno deciso di sposare questa teoria della conservazione globale del territorio e di investire risorse per curare i grandi alberi presenti nelle vigne, piantare nuovi alberi e cespugli e trasmettere questi concetti culturali ai loro clienti e consumatori finali. Quest’opera di sensibilizzazione da parte mia e di alcuni miei colleghi continua, cercando sempre di allargare la piattaforma di produttori che comprendono che un albero in un podere non è un inutile spesa, ma una grande risorsa di biodiversità e di identità territoriale».
A tutto questo va aggiunto che molti produttori offrono oggi anche fascinose strutture ricettive: «Hanno compreso che gli alberi fanno il paesaggio, quello che il turista viene ad ammirare. L’ultima tendenza è l’ecoturismo, perciò proposte come il trekking tra le vigne, alla scoperta dei grandi alberi, possono risultare molto interessanti».
MAPPA
Nella mappa sono indicate le cantine dell’itinerario proposto. Vi indichiamo le distanze fra e l’altra, in modo da facilitarvi il percorso. Visite e degustazioni vanno prenotate in anticipo.
Ridolfi di Montalcino, località Mercatali 1, Montalcino (SI): adagiata sul versante nord-est della collina di Montalcino, a 300 metri di altitudine, a ridosso della celebre Strada del Brunello: la tenuta Ridolfi si estende per oltre 54 ettari di terra, di cui 21 a vigneto (11,4 a Brunello, 6,5 a Chianti Colli Senesi e 1 ettaro a Rosso di Montalcino), oltre a 700 piante di olivo, unicamente della varietà ‘Correggiolo’. I suoi vini nascono dalla tenace ricerca dell’eccellenza, eredità di un gusto nobile toscano che si è tramandato intatto attraverso la storia. Distanze da altre cantine: km 5 da Azienda Agricola L’Aietta – km 16 da Podere Le Ripi – km 16,5 da Azienda Agricola Mastrojanni – km 21 da Tenuta Val d’Orcia.
Azienda agricola L’Aietta, via Mazzini 42, Montalcino (SI): condotta dal giovane e appassionato Francesco Mulinari, con una superficie inferiore ai 2 ettari, di cui solo 3000 metri quadrati coltivati a Brunello, è la più piccola di Montalcino. Francesco ha le idee chiare: coltivare la terra nel massimo rispetto del territorio e con la minor invadenza possibile: infatti l’azienda è praticamente biodinamica e dal 2015 tutti i lavori vengono effettuati soltanto utilizzando il cavallo. «Tra i suoi vini, tutti molto piacevoli, vi è un ottimo Rosso di Montalcino che si può considerare un Brunellino di alta classe», segnala Stefano Lorenzi. Distanze da altre cantine: km 12 da Podere Le Ripi – km 5 da Ridolfi di Montalcino – km 12,5 da Azienda Agricola Mastrojanni – km 17 da Tenuta Val d’Orcia.
Podere le Ripi, località Le Ripi, Montalcino (SI): di proprietà di Francesco Illy, comprende 54 ettari di boschi, vigneti e uliveti , in un terreno incontaminato, ricco di una meravigliosa diversità vegetale e con una vista mozzafiato. L’azienda, alla quale si arriva percorrendo una strada sterrata, è condotta secondo i dettami dell’agricoltura biologica e, dal 2010, anche biodinamica. Splendidi la cantina, dall’ottima intuizione architettonica, in mattoni a vista, e l’affaccio sulla Val d’Orcia e il Monte Amiata. Vini ottimi e freschi, di grande qualità, «tra cui uno dei migliori Brunelli che abbia mai assaggiato“, dice Stefano Lorenzi. A lui sono affidati gli alberi all’interno del Podere, tutelati e salvaguardati dalla proprietà come valore aggiunto per il territorio. La degustazione comprende la visita dei vigneti e la spiegazione delle tecniche colturali adottate. Distanze da altre cantine: km 0,5 da Azienda Agricola Mastrojanni – km 16 da Ridolfi di Montalcino – km 12 da Azienda Agricola L’Aietta – km 18 da Tenuta Val d’Orcia.
Azienda agricola Mastrojanni, Poderi Loreto e San Pio, Castelnuovo dell’Abate, Montalcino (SiI): tra le aziende più tradizionali del Montalcino, si estende, di fronte al Monte Amiata e alla Val d’Orcia, su 96 ettari, compresa la parte boschiva, di cui 33 ettari di superfice vitata, 17 dei quali a Brunello. È gestita da Andrea Machetti col polso dei vecchi contadini, nel rispetto del territorio e con la consapevolezza che le innovazioni moderne devono solo migliorare la qualità del prodotto e non massimizzare il profitto. Vigna e cantina sono condotte secondo i criteri e le tecniche dell’agricoltura biologica e la cantina è stata recentemente ampliata secondo i dettami della bioarchitettura. «Ne risultano vini di una finezza ed eleganza rare, longevi e di classe» dice Stefano Lorenzi. Attentissima a una gestione sostenibile, l’azienda ha affidato a lui la cura delle numerose querce monumentali presenti nella tenuta, e in particolare di un magnficio esemplare a valle del Podere Loreto: «Ricca di storia, lotta per sopravvivere dopo che un fulmine la colpì 20 anni fa, ma è una centenaria che non molla e continua ad abbellire questo territorio unico». Recentemente, è stato restaurato il vecchio borgo presente nella tenuta, ora trasformato in un relais integrato nel paesaggio, con scelte stilistiche eleganti e rispettose dello stile del passato. Distanze da altre cantine: km 18,5 da Tenuta Val d’Orcia – km 16,5 da Ridolfi di Montalcino – km 12,5 da Azienda Agricola L’Aietta – km 0,5 da Podere Le Ripi.
Tenuta Col D’Orcia, Via Giuncheti, Montalcino (SI): è la più grande azienda vitivinicola e agricola biologica della Toscana. Le norme dell’agricoltura biologica sono infatti applicate non solo ai vigneti, ma anche agli oliveti, ai seminativi, al parco e ai giardini. Grazie alla sua posizione geografica particolarmente felice, vi si produce un Brunello che di distingue per struttura ed eleganza. Dal 1989 l’azienda collabora con il Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze, impostando numerosi campi sperimentali. Nel 2018 ha sponsorizzato il Festival del Paesaggio, svoltosi a settembre a Sant’Angelo in Colle. Nel suo territorio si trova la Quercia di Poggio di Vento, una delle più celebrri e importanti querce centenarie della Toscana, affidata alle cure dell’arboricoltore e tree climber Stefano Lorenzi e al suo team, che provvederanno alla rimonda dei rami secchi più grossi e alla biostimolazione radicale, per aiutarla ad affrontare le future stagioni estreme. Distanze da altre cantine: km 21 da Ridolfi di Montalcino – km 17 da Azienda Agricola L’Aietta – km 18 da Podere Le Ripi – km 18,5 da Azienda Agricola Mastrojanni.
Giardino e altro ancora da scoprire in zona
Tanti monumenti e le opere d’arte da ammirare nell’antico borgo di Montalcino, fra cui i capolavori conservati nel Museo Civico Diocesano d’Arte Sacra, come la ricchissima collezione di pittura e scultura lignea di scuola senese, la chiesa trecentesca di Sant’Agostino, la Cattedrale neoclassica, il Santuario della Madonna del Soccorso e Sant’Egidio, e, nei dintorni, verso Castelnuovo dell’Abate, l‘Abbazia di Sant’Antimo, monumentale struttura del XII° secolo, tra i migliori esempi di romanico-francese in Italia. E inoltre:
Il Bosco della Ragnaia, San Giovanni d’Asso (SI): un suggestivo parco boschivo e giardino, creato dal pittore paesaggista americano Sheppard Craige. Per quanto inserito in una ragnaia settecentesca, è un’opera contemporanea che ha avuto inizio nel 1996 e continua ancora oggi. Sotto i suoi alti lecci si incontrano molte iscrizioni, alcune familiari, altre enigmatiche, fontane e sculture concettuali, attaverso i quali Craige ha unito la naturalità del luogo allo stile del giardino rinascimentale, dando vita a un piacevole percorso filosofico sui grandi temi dell’uomo, ma in realtà mai presi veramente sul serio per il sense of humor, scettico e irreverente, che caratterizza l’artista. Il Bosco é aperto da marzo a novembre e attenzione: è severamente vietato fumare, urlare ed emettere rumori e suoni molesti; le visite di gruppo devono essere autorizzate; i cani devono essere condotti al guinzaglio; i minori di anni 14 non sono graditi e comunque devono essere sempre accompagnati da adulti.
Il Giardino di Graziella Soldera, località S. Restituta, Montalcino(SI): un delizioso giardino, creato dalla proprietaria, la signora Graziella, appassionata di botanica e architettura del paesaggio, all’interno della Tenuta Case Basse. È suddiviso in zone tematiche, che raggruppano specie botaniche dalle esigenze simili, tra cui Il Giardino al Sole, Il Giardino del Sottobosco e il Giardino dei Fiori Bianchi, pensato per gli impollinatori notturni. Il giardino, circondato dalla macchia mediterranea, con ulivi e querce centenarie, ospita inoltre collezioni meli da fiore e di rose, in particolare quelle antiche, cmrepse varietà delle quali si erano perse le tracce, cercate e ritrovate dalla signora Graziella, persino Oltreoceano, come Rosa noisettiana ‘La Biche’. Le visite vanno prenotate per tempo.
Museo del Tartufo, a San Giovanni d’Asso, Montalcino (SI): situato all’interno del castello trecentesco del paese, è allestito seguendo un percorso sensoriale molto divertente, che porta alla scoperta del prezioso tubero, fino al centro di documentazione in cui si realizzano anche laboratori didattici.
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