Adoro i grandi pennacchi leggeri delle astilbe, erbacee perenni rizomatose, alte da 45 a 100 e oltre centimetri. Hanno foglie eleganti, profondamente divise, che ricordano quelle delle felci e fiori minuti riuniti in pannocchie piumose ed erette, da bianco a crema a rosa a porpora e in primavera-estate, a seconda della specie e cultivar. Molte rustiche, sono molto utili in giardino per creare macchie luminose, al sole come in mezz’ombra a seconda dell’atitudine: temono infatti il forte caldo estivo, per cui vanno ombreggiate. Amano i terreni fertili, ricchi di umus, soffici, freschi, ben drenati e leggermente acidi.
Tra le specie più note, Astilbe astiboides, A. japonica e A. thunbergii arrivano dal Giappone, A. chinensis dalla Cina, A. ruora dall’Himalaya, mentre A. x lemoinei è un ibrido ottenuta fra A. astilboides e A. thunbergii, e A. x arendsii comprende un gruppo di ibridi, ottenuti da George Arends di Ronsdorf ai primi del Novecento, attraverso complicati incroci tra A.japonica, A.thunbergii, A. astilboides e A.chinensis davidii. Tra le loro cultivar, in fiore in giungo-settembre, vi sono ‘Beatrice‘, alta 40-60 centimetri, con fiori rosa-porpora, ‘Cattleya‘, con pennacchi rosa orchidea, alta 90-100 centimetri, con fiori rosa orchidea; ‘Ellie‘, alta 60 centimetri, con fiori bianchi; ‘Fanal‘, alta 75 centimetri, con fiori rosso carminio in luglio-agosto; ‘Rock and Roll‘, alta appena 30 trentina centimetri a fiore bianco.
Vi confesso che le mie preferite sono proprio quelle a fiore bianco.
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