Andar per orti botanici è sempre una buona idea, in ogni stagione, e in effetti bisognerebbe tornarci più e più volte. C’è sempre tantissimo da scoprire e imparare. Tantissime le rarità e curiosità botaniche dell’Orto botanico di Palermo, per esempio, dove sono sta due anni fa, in ottobre. Realizzato nella seconda metà del ‘700, ospita 12.000 specie, provenienti principalmente dal Sud Africa, dall’Australia e dal Sud America. Tra queste, vi sono il gigantesco esemplare di Ficus macrophylla, la collezione di piante palustri, fra cui ninfee e papiri, palme, cactacee, agrumi, meravigliose e spinosissime Ceiba speciosa (in passato Chorisia speciosa), in fiore in autunno, e una profumata raccolta di plumerie, pianta molto diffusa a Palermo tanto quanto il nespolo lo è sui terrazzi e nei giardini delle città settentrionali.
E poi, un alberello leggero, dalla chioma pendentee e ondeggiante come quella di una salice piangente (Salix babylonica), che ha attirato la mia attenzione: Rhus viminalis, riporta il cartellino ai suoi piedi, ma da altri chiamato Rhus pendulina e Searsia pendulina.
Appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, ha origini sudafricane: sempreverde o semideciduo, raggiunge velocemente 4-9 metri di altezza, con lunghi rami penduli, foglie strette, allungate e appuntite, piccoli fiori verde acido, riunito in grandi panicoli penduli in primavera, molto apprezzati dagli insetti impollinatori, seguiti da frutti rotondi, rosso chiaro.
Un gran bell’alberello, indicato per i giardini dai climi temperato-miti (zone USDA 9-10, temperature minime invernali da +4,4 a -6,6°C), quali quelli urbani: moderatamente rustico, resistente al vento e alla siccità, richiede sole pieno-mezz’ombra, terreno fertile ma ben drenato, asciutto in inverno.
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