Tra i fiori selvatici che piu’ amavo da bambina, il botton d’oro era tra i miei preferiti: lo incontravo nelle passeggiate in montagna e immaginavo i suoi fiori a palloncino, di un giallo quasi accecante, sul panciotto degli elfi e le vesti delle fate dei boschi e dei prati. Ritrovarlo in distese lungo le pendici del Monte San Primo, la cima piu’ alta del Triangolo Lariano, tra i due rami del lago, e’ stata quindi una grande emozione.
Trollius europaeus e’ il nome botanico di pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae. Cresce nei prati freschi, nei terreni bagnati, nei pascoli montane, nei boschi luminosi, nei fossi, lungo i torrenti, sui suoli limosi e argillosi, delle zone montane dell’Europa meridionale e, a bassa quota, anche nel Nord Europa; in Italia, nelle regioni settentrionali montane, Appennino settentrionale compreso, fino a 2000 metri di altitudine.
Alta da 20 a 50 centimetri, ha belle foglie, verde brillante, quelle inferiori tripartite e quelle lungo il gambo man mano piu’ semplici. Fiorisce in maggio-giugno, ma talvolta riforisce in autunno.
Attenzione: fresco, e’ velenoso in ogni sua parte, ma una volta secco e’ innocuo, perche’ la sostanza velenosa, l’anemonina, si degrada essiccando. Si tratta, inoltre, di pianta protetta, quindi guai a raccoglierla!
Una curiosita’: il fiore, che e’ formato da 10-15 petali che convergono fino a formare una pallina, possono essere fecondati solo da alcune mosche e coleotteri, sufficientemente piccoli e agili da riuscire ad aprirsi un varco.
L’origine del nome: secondo alcune fonti, fu il naturalista svizzero Conrad Gessner che per primo, nel 1555, descrisse il botton d’oro, dopo averlo individuato sul monte Pilatus, vicino Lucerna, chiamandolo “troll blume”, cioe’ fiore globoso, dal termine in tedesco antico troll. Secondo altre fonti, troll deriva dal vocabolo svedese utilizzato indicare una divinita’ maligna per i popoli nordeuropei, con chiaro riferimento alla velenosita’ della pianta.
Nel linguaggio dei fiori, infine, il botton d’oro simboleggia il sarcasmo, forse per via del colore giallo, ma proprio non possono essere d’accordo! Per me continua a essere uno dei fiori preferiti delle fate!
Rispondi