Piracanta: roveti ardenti

I francesi li chiamano “roveti ardenti”, in virtu’ dello splendore della loro fruttificazione autunnale: arbusti di origine cinese, sempreverdi e spinosi, che raggiungono i 2-4 metri di altezza e ampiezza, in tarda primavera i piracanta vengono ingentiliti dalla dirompente fioritura bianca e minuta. Anche le foglie, piccole e ovali. sono molto graziose. “Pyracantha coccinea¨ la specie piu’ nota, declinata in piu’ varieta’, tra cui ‘Orange Charmer’, dalle bacche arancio scuro, e ‘Soleil d’Or’, giallo zucca, alla quale penso appartenga il bell’esemplare raffigurato nelle immagini, incontrato a Milano, lungo Fulvio Testi. Ditemi: quanta bellezza regala a un brutto angolo della periferia cittadina?

Ma ve ne sono molti alti, fra cui Pyracantha crenulata, dai frutti rosso-arancio e di taglia minore (2 metri), e gli ibridi ‘Mohave’, ‘Shawnee’ e ‘Tetono’, che producono rispettivamente frutti rossi molto persistenti, arancio-giallo e giallo-arancio, tutti e tre resistenti al “colpo di fuoco batterico”, malattia comune a molte Rosaceae.

I piracanta sono arbusti di buon carattere: molto resistenti al freddo (-20°C) e all’inquinamento atmosferico, vigorosi, frugali, dotati di robuste radici, crescono bene in tutti i climi e terreni, anche poveri, sassosi, pesanti e calcarei. Ideali quindi da usare come siepi difensive naturali (sono molto spinosi), spalliere contro un muro nei piccoli giardini e sui terrazzi e, aspetto molto importante, per consolidare scarpate e pendii, lasciandoli inselvatichire.

Eppure, sono oggi mal visti, se non addirittura disprezzati dai paesaggisti attuali, poiche’ in passato sono stati ampiamente utilizzati in siepi di confine tenute rigidamente potate che oggi non piacciono piu’ (per fortuna). Lo stesso e’ accaduto a tante altre piante di moda fra gli anni ’70 e ’90, come il lauraceraso, la forsizia, Chaenomeles japonica, Cortaderia selloana e araucarie, male utilizzate e mal coltivate. Ma si tratta, appunto, di un loro cattivo uso e nulla piu’: inserite nel contesto giusto (Cortaderia e araucarie) e potate poco e bene (lauraceraso, forsizia, Chaenomeles e piracanta) ritrovano la loro bellezza e personalita’, come in effetti si sta riscoprendo ultimamente: la cortaderia, per esempio, viene oggi riutilizzata, anche nel verde cittadino, in bordure di graminacee di grande effetto (andate a vedere nel Giardino del Tempo, nel Parco Portello, a Milano e poi ditemi); le forsizie, piantate lungo le scarpate dei cavalcavia o lungo le strade di ingresso delle citta’, e non piu’ tagliuzzate per mancanza di fondi, sono bellissime, a parer mio.

E osservate nuovamente la foto postate: chi si si e’ preso cura di questo piracanta, lo ha impostato in modo da fargli superare l’altezza del cancello, poi si e’ limitato a cimarlo e tenerlo ordinato. Il risultato e’ questa magnifica cascata giallo oro. Altre volte, ho visto piracanta lasciati liberi di crescere (anche fin troppo), comunque gradevoli nella loro arruffata naturaliezza.

Ricordate, che oltre a rallegrare la nostra vista, i piracanta offrono nutrimento agli uccelli durante l’inverno: un motivo in piu’ per coltivarli. Da trovare sono facili, ma io vi consiglio il bravo Maurizio Feletig, specializzato in piante da bacca. Cosi’ magari vi viene voglia di acquistarne qualcun’altra!

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