Un nome veramente impossibile per un’Asteracea rampicante molto interessante: Pseudogynoxys chenopodioides, fino a poco tempo fa chiamata con il ben piu’ accessibile nome di Senecio confusus. Ma si sa, i botanici hanno le loro ragioni (e anche un po’ di sadismo…). Si tratta dunque di una margherita dai bei capolini arancio brillante, fra il fogliame verde scuro, originaria del Messico e dell’America centrale. E infatti, gli Inglesi l’hanno soprannominata mexican flamevine, ovvero vite fiammeggiante messicana o qualche cosa del genere.
Raggiunge, e in fretta, i 5 metri di altezza, fiorendo soprattutto in primavera ed estate, ma sporadicamente anche in autunno e inverno. Infatti, l’ho potuto ammirare lo scorso 6 novembre alle Porte Aperte di Federico Billo (Floricultura Billo), portato da Dino Pellizzaro (pinieres Pellizzaro, Vallauris, tel. 0033(0)493641843, e-mail: dino.pellizzaro@free.fr), vivaista francese specializzato nelle piante resistenti all’aridita’, piante mediteranee e piante subtropicali.
Coltivazione. Ampiamente coltivato nelle zone a clima mite e caldo degli Stati Uniti, Pseudogynoxys chenopodioides puo’ dunque essere coltivato anche in Italia, dove non gela (zone USDA 8 e 9). Richiede infatti, in inverno, una temperatura di +5/7°C, anche se puo’ sopportare brevi gelate a 0/-5°C, perdendo pero’ la parte aerea, anche se ricaccia in fretta a primavera, come mi ha spiegato Davide Picchi (La Casina di Lorenzo). Nelle zone piu’ fredde va ritirato in veranda o serra fredda, oppure coltivato come annuale, il che pero’ e’ un peccato, secondo me.
Va piantato in pieno sole, in terreno ben drenato, e fatto salire su un graticcio o un arbusto. In compenso, in piena terra tollera bene la siccita’. Andra’ poi concimato con un prodotto organico ricco di azoto a fine inverno, e in settembre con un concime completo ricco di potassio, per aumentarne la rusticita’. In quanto alla potatura, basta una pulizia, riordino e contenimento dopo la fioritura.
I suoi capolini, inoltre, attirano farfalle e altri insetti impollinatori. Insomma: un gran bel rampicante insolito e di soddisfazione.
Rispondi