Tra gli arbusti in fiore a inizio primavera più conosciuti e diffusi nei giardini di città, vi sono i cotogni giapponesi e in particolare la specie Chaenomeles japonica. Arbusti decidui spinosi di origine asiatica, un tempo chiamati Cydonia japonica, sono oggi meno utilizzati, dopo l’ampio uso che se ne è fatto negli anni ’70-’80, soprattutto nella forma a fiore rosa scuro, tipicamente accostato alle forsizie, con un risultato estetico quanto meno sfacciato.
Tuttavia, utilizzati assieme ad altre fioriture più discrete, o meglio ancora scelti nelle cultivar rosa pallido o bianche (le mie preferite), li trovo molto belli e utili, sia perché fioriscono presto, sia perché sono robusti, ultrarustici (fino a -30°C) e di poche esigenze; possono essere coltivati fino a 800 metri di altitudine, quasi in ogni tipo di terreno ed esposizione. Personalmente, li preferisco lasciati crescere liberi (e allora raggiungono 1,5-2 metri di altezza), piuttosto che tagliuzzati ogni anno o obbligati in rigide siepi. In questo modo, lasciandone maturare i rami, potranno produrre i frutti, piccole mele gialle, profumate, che un tempo si inserire nei cassetti della biancheria. Un’altra forma di allevamento che trovo molto decorativa, è a spalliera con un muro, come si usa fare in Inghilterra.
Come immagino sappiate, ne esistono altre specie: Chaenomeles speciosa, di origini cinesi, che, incrociato con C. japonica ha dato origine all’ibrido C. x superba e a molte cultivar, e Chaeneomels cathayensis, assai meno nota, dipinta con tanta maestria da Silvia Molinari. Nativa della Cina occidentale, può raggiungere i 6 metri di altezza. Ha le foglie ovali-lanceolate, più lunghe delle altre specie (7-14 centimetri di lunghezza, contro i 3-5 di C. japonica e i 4-7 di C. speciosa), fiori da bianchi a rosa, e frutti a forma di pera, anch’essi di dimensioni maggiori (10–15 centimetri di lunghezza e 6–9 di larghezza, contro i 3-4 centimetri di diametro dei frutti di C. japonica e i 5-6 di C. speciosa). Come potete osservare dal meraviglioso acquarello di Silvia, ha in sé una maggiore leggerezza rispetto agli altri, nell’aspetto dei fiori, delle foglie e nella lunghezza dei rami. Le corolle sono a forma di campanella, più o meno pendule, e possono presentare petali variamente sfumati di bianco e rosa fucsia e calice rossastro. Insomma, un bell’arbusto da inserire in giardino per chi ama le piante un po’ insolite.
Note botaniche. Anche Chaeneomels cathayensis è stato utilizzato nei lavori di miglioramento genetico, incrociato con C. speciosa (da cui l’ibrido C. × vilmoriniana), con C. japonica (C. × clarkiana) e con C. × superba (C. × californica), dando origine a numerose cultivar.
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