Ho appena comprato gli ultimi due mazzi di questa magnifica rosa, in vendita nella bancarella di fiori davanti al PiccoloTeatro, a Milano. I due fiorai, padre e figlio, mi hanno spiegato che fino al prossimo novembre non ve ne saranno più: sono infatti rose prodotte soltanto durante l’inverno da pochi floricoltori di San Remo, dai quali si recano due volte alla settimana, per acquistarle fresche di giornata, assieme ad altri fiori.
E infatti, una volta portate a casa, se si ha l’accortezza di cambiar loro l’acqua ogni due giorni, accorciando di poco il gambo, queste roselline durano davvero molto. Di pregi ne hanno altri: intanto in colore dolce e mutevole, che dal rosa scuro aranciato dei boccioli sfuma mano in arancio rosato con piccole pennellate gialle e poi, in piena fioritura, in quello, delicatissimo, che gli Inglesi definiscono “color camoscio”, caratteristico di molte rose Cinesi. E sono convinta che anche questa rosellina abbia sangue cinese, vista la grazia degli steli sottili (un po’ tanto spinosi, tuttavia, attenzione nel maneggiarli) e piuttosto corti, delle foglie minute, dei boccioli piccoli e infine delle corolle, piene e perfette, che nello schiudersi rivoltano all’indietro i margini dei petali, giocando con la luce in delicati chiaro-scuri. Mettetetene un bel mazzo in un vaso di vetro (quello delle foto è di Saariner) e vi sembrerà di aver rubato uno scampolo di un cielo al tramonto, in una sera di primavera.
Quasi dimenticavo: il loro profumo! Delicato e intenso, dolce e fruttato, sa decisamente di rosa tea (di nuovo, il sangue cinese). Affondarci il naso significa evocare i vecchi giardini, le rose di una volta, i ricordi di infanzia, perché tutti noi, da bambini, abbiamo almeno una volta annusato qualche rosa fragrante.
Ha un solo difetto, questa bella rosellina: il nome. È stata infatti improvvidamente battezzata ‘Comber’! Che razza di idea! La sua stagione è ora finita, ma tenetela d’occhio, il prossimo autunno e, se l’incontrate, non esitate ad acquistarla in quantità!
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