Deuzia in città

L’ho incontrata l’altro giorno, che faceva capolino al di sopra di un cancello: una bella deuzia in fiore, una nuvoletta morbida che spargeva poesia in una strada milanese. A guardarla da vicino, poi, quanta delizia nelle sue corolle minute, bianche, simili a campanellini penduli, in fitti panicoli, che si stagliano contro le foglie verde-blu. L’ho fotografa in lungo e in largo, poi, una volta tornata a casa, mi son data da fare per identificarla: le dimensioni (almeno 2,50 di altezza), il colore e forma del fogliame e la forma dei fiori, mi hanno fatto propendere per Deutzia ningpoensis, una specie non comune nei nostri giardini, ma potrei sbagliarmi: chiamo tutti voi e in particolare WikiLuca, ovvero Luca Leporati a correggermi.

Sperando di averci visto giusto (e comunque ho letto che l’identificazione delle specie nel genere Deutzia è molto difficile e passa anche attraverso l’uso del microscopio), vi racconto due cose su questo arbusto deciduo che ha colpito la mia attenzione: di origini cinesi, chiamata anche D. chunii, raggiunge i 1,7-2,5 metri di altezza e i va 1,5-2,2 metri di larghezza, in almeno 5-10 anni. I fiori, che sbocciano a metà-fine primavera fino all’inizio dell’estate, hanno 5 petali e si trasformano in capsule contenenti numerosi semi. Le foglie sono ovali, appuntite, finemente dentate, opposte.

Molto rustica (-28 °C), facile e adattabile a diversi terreni, anche pesanti e calcarei, pur preferendoli ferili, freschi e ben dreanti, può essere piantata al sole come in mezz’ombra/ombra luminosa. Va annaffiata con regolarità.

Si moltiplica facilmente per talea erbacea  e legnosa.

Ha meritato l’Award of Garden Merit della Royal Horticultural Society.

Dove trovarla in Italia? Per esempio da  Azienda Floricola Il Giardino,

Curiosità: il genere Deutzia prende il nome dal botanico olandese settecentesco Johann van del Deutz. Le specie oggi coltivate sono relativamente nuove, per i giardini: a parte infatti Deutzia scabra, notata nei giardini giapponesi da Engelbert Kaempfer nel 1712 e da Carl Peter Thunberg nel 1784 ma non entrate in coltivazione in Europa prima del 1830, i due terzi delle specie elencate nel Plant Dictionary della Royal Horticultural Society sono state individuate e raccolte in natura duante il secolo scorso, anche se alcune di loro sono stati ottenuti diversi ibridi e cultivar, tra cui selezioni a fiori doppi, come Deutzia × lemoinei (ibrido di D. gracilis e D. parviflora) e a fiori rosa, come Deutzia × elegantissima ‘Rosealind, Deutzia × hybrida ‘Mont Rose’, Deutzia × hybrida ‘Strawberry Fields’, tutte di piccola taglia. A me però piacciono di più quelle a fiore bianco semplice, come D. ningpoensis, appunto, ma come sempre è una questione di gusti!

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