L’ho incontrato la prima volta qualche anno fa, nello svolgere le ricerche per il libro Le Bulbose, scritto a quattro mani con Cristiana Serra Zanetti per Salani, e mi ha subito incuriosito. Tre giorni fa, l’ho incontrato finalmente da vivo, dal vivaio Le Erbacee del Lago Maggiore:Scadoxus multiflorus, un piccolo fuoco d’artificio rosso fuoco, che sboccia su un corto stelo. I singoli fiori, esili, sono rosso sangue, tanto da essere stato soprannominato blood lily. Le foglie, ampie e corte, si formeranno solo al termine della fioritura.
Appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae, proviene dalle foreste e savane africane, come del resto anche una sottospecie molto simile ma più vistosa: Scadoxus multiflorus katherinae, in cui l’infiorescenza è sorretta da uno stelo alto 40 centimetri, mentre le foglie, carnose a nastro, ampie e arcuate, iniziano a formarsi già durante la fioritura.
Postato il primo su instragram e FB, ha scatenato molti consensi e l’invio di foto incredibili del secondo, che lo riprendono coltivato in fiammeggianti distese, in luoghi a clima caldo: sono infatti entrambi decisamente delicati e difficilini, pretendendo caldo, luce e terreno fertile e fresco.
Ma non ho resistito e ho comprato uno Scadoxus multiflorus già in vaso, ben sapendo che dovrò tenerlo in casa, a una temperatura costante di 16 °C e in un ambiente luminoso. Dovrò bagnarlo con regolarità, in modo da conservare il terriccio sempre fresco fino a quando non perderà le foglie; poi, non appena, in estate, vedrò rispuntare l’apice, dovrò ricominciare a innaffiarlo. Staremo a vedere…
Se non trovate la pianta e dovete partire dal bulbo (lo trovate da Floriana Bulbose), sappiate che va interrato in primavera, in un terriccio ben drenato, con l’apice appena affiorante. Non ama il trapianto, ma ogni 3-4 anni può o, se il vaso è piccolo, deve essere diviso, con cautela.
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