Una ciotola di zinco che sembra quasi un pentolino, piena zeppa di muscari bianchi in fiore: non è una delizia? L’ho trovata da Agricola Home&Garden, un garden-vivaio alle porte di Varese davvero molto speciale: per la scelta ricchissima e di gusto della vaseria e cesteria, degli oggetti, attrezzi e arredi, e per l’offerta di prodotti bio per la cura delle piante tra cui le cards di insetti e altri organismi antagonisti dei parassiti (funzionano così: si acquista quella che ci interessa, la si paga, poi si compila e invia la cartolina allegata e dopo qualche giorno arriva la scatoletta di coccinelle o altro). Ma soprattutto ho apprezzato la scelta non comune di arbusti, piante e annuali, anche queste ultime dotate del proprio bravo nome varietale e tutti con buone radici, invece che con radici troppo cresciute che hanno ormai invaso tutto il pane di terra, come invece purtroppo capita di solito, compromettendo il successo della loro coltivazione una volta trapiantate. L’ottimo stato delle radici è dovuto anche al fatto che la gran delle piante presenti sono prodotte direttamente nei vivai a due passi dal garden (altro che chilometro zero…).
In questi giorni Agricola offre moltissimi vasi e ciotole di bulbi già in fiore o pronti a sbocciare, come la pentolina di muscari bianchi (Muscari botryoides ‘Album’), l’ideale per chi non abbia provveduto per tempo, in autunno, a piantarli. I bulbi, che si tratti di muscari, narcisi, piccoli iris, giacinti o crochi, sono stati disposti fitti fitti, ma con quei pochi millimetri di distanza necessari affinché non si trasmettano eventuali malattie fungine. Il risultato lo vedete da voi: un tripudio incredibile di fiori.
Nel caso dei muscari si tratta, come certo sapete, di infiorescenze a spiga, formate da piccoli fiori penduli, a campanella tubolosa, riuniti all’apice di piccoli steli eretti privi di foglie. Le foglie, lineari, raccolte in ciuffi alla base degli steli, a volte iniziano a spuntare in autunno e continuano a crescere dopo la fioritura. L’organo di riserva è un piccolo bulbo tunicato, il che significa che è avvolto da una pellicina secca (in botanica tunica), formata da foglie esterne modificate, che li protegge dalla disisdratazione e dalle nostre manipolazioni.
Un po’ di botanica. Appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, i muscari sono originari delle boscaglie e dei prati sassosi o ghiaiosi, caldi, dell’Europa e dell’Asia Minore. Le prime notizie sulla loro coltivazione risalgono alla fine del 1500. Oggi, la specie più coltivata e commercializzata è Muscari armeniacum, declinata in più varietà, dalla prolungata e profumata fioritura, di colore blu intenso in marzo-aprile. Altrettanto incantevoli e piuttosto diffusi sono Muscari botryoides, più precoce e dal delicato profumo, spontaneo in molte regioni italiane, e Muscari azureum, azzurro cielo. Di tutte e tre le specie esiste una forma a fiore bianco, ‘Album’, e tutti si naturalizzano con facilità.
Orgine del nome. Il nome del genere, Muscari, venne attribuito da Carolus Clusius (1526–1609), botanico francese naturalizzato olandese, che la prese dal termine greco musk, muschio, in riferimento al particolare profumo di alcune specie. Gli Inglesi, li chiamano tutti grape hyacinths, ovvero giacinto a grappolo, per la loro (molto vaga, a parer mio) somiglianza con i giacinti.
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