Aglio Storico di Caraglio

Sapore delicato, profumo gradevole, grande digeribilità anche se consumato crudo, alto contenuto di principi antinfiammatori: sono le caratteristiche  dell’Aglio Storico di Caraglio, un antico ecotipo di questo territorio in provincia di Cuneo.

Un tempo coltivato perlopiù negli orti famigliari, stava rischiando di estinguersi, ma grazie a una famiglia locale, che ne ha preservato la semente autentica, circa cinque anni fa questo aglio tanto speciale, soprannominato “oro bianco di Caraglio”, dal bulbo piuttosto piccolo e soffuso di venature rosso vinaccia, è stato recuperato e ne è stata ripresa la coltivazione, secondo le tecniche tradizionali. Oggi è diventato Presidio Slow Food e i suoi produttori si sono riuniti in un consorzio (Consorzio dell’Aglio Storico di Caraglio); sebbene non tutti siano certificati bio, tutti seguono la metodologia biologica o bio integrata, motivo in più per utilizzarlo, vista l’invasione sul nostro mercato del pericoloso aglio cinese (e non solo) trattato con candeggina.

Io comunque ho iniziato a utilizzarlo in cucina e devo dire che le promesse sono rispettate: è delicato, profumato e soprattutto “non rinviene“, cioè il suo sapore non torna su il giorno dopo. Inoltre, l’Aglio Storico di Caraglio viene venduto in trecce più  meno grandi, il che lo rende molto carino da appendere. Per avere altre notizie, cercate su www.italianbotanicalheritage.com, al link Aglio Storico di Caraglio.

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