Sta letteralmente scoppiando di fiori e fogliami, il mio piccolo ballatoio, fra le piante presenti da qualche anno e quelle che ho inserito da poco, dopo gli bottini raccolti in occasione di Soffio di Primavera, nel giardino di Villa Necchi Campiglio, e di Florealia, manifestazione benefica sul sagrato e nei chiostri di San Marco, a Marco.
Tra le fedeli compagne, ancora fioriscono o stanno sbocciano ora Lavandula x crysantha e Rhodonthemum hosmariense ‘Casablanca’ (di Angelo Paolo Ratto), l’argenteo Convolvolus cneorum, di nuovo carico di di bianhe campanelle, i rampicanti Passiflora caerulea e Passiflora caerulea ‘Constance Elliot’, cariche di bocci, Lonicera japonica e L. japonica ‘Hall’s Prolific’, gli imperterriti tagete rossi (presi un paio di anni fa da Podere Restelli), che si sono autodisseminati con generosità com’è loro abitudine, e i deliziosi fiordalisi (Centaurea cyanus) che hanno fatto lo stesso, la valeriana rossa (Centranthus ruber), una piccola pansé di Floricoltura Fenix e, vicino alle salvie e ai rosmarini, una camomilla dell’anno passato. Per non parlare di Abutilon x hybridum (di Donna di Piante), che dopo un paio d’anni sotto tono ha deciso di darci dentro e lo sta facendo da mesi. Stanno facendo capolino, inoltre, la misteriosa e profumata Jaborosa integrifolia, regalo della cara amica Marisa Aresi, e i Dianthus di Federico Billo: quello bianco con occhio porpora di cui non ricordo il nome, purtroppo, e, lì lì sull’aprire i suoi boccioli affusolati lo strepitoso ‘Lady in Red’, dal profumo speziato. Anche la clematide erbacea fiore viola è carica di boccioli promettenti. E poi una sorpresa: due anni fa ho piantato in cassetta tre cavolfiori (Bassica oleracea botrytis) in davvero poco spazio: tutte e tre le piante hanno prodotto le loro belle infiorescenze che ho reciso e cucinate..Una delle tre piante è ancora viva e anzi appare rigogliosa.
Tra le introduzioni d’inizio marzo, continuano a fiorire le pervinche (Vinca minor) alla base della passiflora e del trachelospermo, e le Aubretia deltoidea ‘Cascade Blue’ dell’Erbaio della Gorra, le violacioocche (Matthiola incana) a fiore semplice e doppie, dal profumo notturo stordente, le Nemesia ‘Pink Lemonade’ e i garofanini dei poeti (Dianthus barbatus) bianchi e rosa fucsia di Floricoltura Fenix; la deliziosa Primula ‘Victoriana Gold Lace’, il raffinato elleboro giallo (Helleborus ‘Super Yellow’ del vivaio La Montà, accompagnati dai tagete rossi spontanei; il profumato Pelargonium tomentosum ( Cascina Bollate), la tenera primula Belarina ‘Cream’ (Il Peccato Vegetale); l’euforbia ‘Tiny Tim’, l’Euphorbia characias wulfenii (Cascina Bollate) dalle infiorescenze verde acido, il tagete perenne,Tagetes leomoinei, leggero e profumatissimo anche nel fogliame, e l’Anisodontea capensis ‘El Rayo’ ( Podere Restelli). Sempre bello e carico di frutti il piccolo limone acquistato ai primi di marzo.
Tra le ultime arrivate, a fine marzo, sono ora in fiore una piccola senape (Brassica alba o Sinapis alba),il cui giallo acido dall’aria selvatica ben si sposa, a parer mio, con il viola della lavanda e il bianco e l’argento del convolvolo, Armeria maritima, l’eliotropo (Heliotropium peruvianum), alcune nuove pansé, l’intrigante Primula ‘Victoriana Gold Lace’ de (Il Peccato Vegetale) e una bella e luminosa piantina di Glechoma hederacea ‘Variegata’.
Sto inoltre aspettando i fiori dei nasturzi, della gardenia (un po’ sofferente, devo dire, devo assolutmant darle del ferro), dell’ortensia quercifolia, dei trachelospermi, e i frutti di un pomodorino e di una fragolona , e intanto raccolgo all’occorrenza, per cucinare, foglie e rametti di mente, finocchi, salvie e basilico.
Tutte le piante, tra cui un Parthenocissus quinquefolia, le mente, finocchi, salvie e il Ficus benjamin – un tempo bonsai e ora, dopo che l’ho liberato un anno fa, trapiantandolo in un vaso alto, per contrastare il peso della chioma, e profondo, per dare spazio finalmente alle sue povere radici, diventato cespuglietto felice -, sono nel loro primo rigoglio vegetativo, fitte di foglioline e fogliolone tenere. Il risultato è un po’ un quazzabuglio di colori, nel quale le piante si compenetrano una nell’altra, alla ricerca del proprio spazio. Un tentativo di creare una consociazione, una comunità di piante, che, pur stando strette, si aiutano l’un l’altra, facendosi ombra, supportandosi eccetera, in un mare di profumi, fra fiori e foglie odorose. Ma, sono sicura, non è ancora finita qui..
E intanto, un’altra bella sorpresa..un vecchio corbezzolo (Arbutus unedo) che cresceva sul grande terrazzo di mia zia e che ho adottato, sistemandolo in cortile, dopo due anni stenti, grazie a buone cure (pulizie del secco e concimazioni con concimi organici e chicmici a lenta cessione), ha ripreso a germogliare e addirittura ha deciso di fiorire, decisamente anzitempo, ma mi ha resa molto felice. Il potere rigenerativo della piante non manca mai di sorprendermi!
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