Ho sempre apprezzato le mahonie, in quanto facili arbusti sempreverdi dalla luminosa e profumata fiorita invernale, pur perplessa dal loro portamento piuttosto rigido, dalle dimensioni importanti e dalla spinosità del loro fogliame, che non le rendono adatte a piccoli spazi, terrazzi e luoghi di passaggio. Tre aspetti risolti da un’adorabile varietà che mi ha fatto conoscere l’amica Cristina Mazzucchelli, paesaggista raffinata e giardiniera esperta: si tratta di Mahonia eurybracteata ‘Narihira’, nome stabilito dalla Royal Horticultural Society, ma altresì indicata anche come M. confusa ‘Narahira’, ‘Nari Hira’ o ‘Nara Hiri’.
È una magnifica cultivar, ottenuta da vari incroci di mahonie selvatiche cinesi, dall’aria elegante e leggera, grazie alle foglie pennate, lunghe 25-30 centimetri, con coppie di foglioline sottili, prive di aculei, che ricordano le fronde delle felci: il loro colore varia, a secondo dell’età, da verde chiaro a verde scuro. Da ottobre a dicembre-gennaio compaiono le spighe, apicali, erette, formate da fiori giallo limone. Seguono le bacche, blu, pruinose, gradite agli uccelli. Il suo portamento è piuttosto raccolto, fitto, compatto, eretto ed allargato. Può raggiungere, in dieci anni, i due-tre metri di altezza e larghezza (anche se, come sottolienea Francesca Moscatelli, del vivaio Donna di Piante, essendo stata introdotta da pochi anni mancano sufficienti informazioni a riguardo). Rustica (temperature minime riportate -5/-10°C) e adattabile, ama i climi freschi, i terreni moderatamente fertili, umiferi, freschi ma ben drenati, al riparo dai venti freddi, in mezz’ombra od ombra; tollera anche il sole purchè il terreno non sia asciutto.
La potete usare come esemplare isolato, in bordure, macchie e fioriere, per esempio assieme felci rustiche, sarcococche, aucube e aspidistrie, come pure in siepi libere e come tappezzane nei giardini ombrosi. Una volta sfiorita occorre spuntare le infiorescenze e pulire la chioma dal secco.
La potete trovare per esempio presso i vivai Donna di Piante, Le Rose di Firenze e Un Quadrato di Giardino.
Curiosità: in Cina le foglie giovani vengono mangiate una volta lessate. Anche le bacche sono commestibili, ma molto acide da crude: invece, cotte in acqua e zucchero, vi si preparano gelatine e composte. Può essere utilizzata anche come pianta da interno. Appartiene alla famiglia delle Berberidaceae.
(foto dal web)
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