L’ho visto ai primi di giugno a Mykonos, in Grecia: le sue alte spighe di fiori giallo limone e foglie fittamente pubescenti, quasi polverose, grigio argento, costellano i campi aridissimi dell’aridissima isola, ma è diffuso in molti altri ambienti. Detto “verbasco candelabro“ per la forma particolare delle sue ramificazioni, Verbascum polverulentum (sin. Verbascum flocculosum) è una biennale appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae: originario dell’Europa centrale e meridionale, lo si trova, di solito in grandi colonie, fra gli 0 e i 1400 metri di altitudine; in Italia un po’ dappertutto, salvo in Val d’Aosta. Alto da 0,5 a 2 metri, con foglie disposte a spirale, e fiori composti da cinque petali, fiorisce in genere fra maggio e agosto.
Gli antichi Romani usavano i suoi fiori per estrarne un colorante giallo, e le foglie come stoppino. Velenoso per il fogliame, è invece amatissimo dalle api.
Da coltivare è molto facile: rustico, accetta il freddo come il caldo cocente, i terreni asciutti e calcarei come quelli piuttosto freschi, il sole e la mezz’ombra. Una pianta da battaglia, insomma, per ogni tipo di giardino.
Di verbaschi esistono molte altre speci, anche spontanee in Itlaia, oltre che ibridi e varietà orticole molto ornamentali, dai fiori variamente colorati. Guardate quanto è bello, per esempio, Verbascum chaixii chaixii album (qualcuno lo scrive invece ‘Album’), molto raccomandata dalla compianta grande giardiniera Beth Chatto:
La specie Verbascum chaixii, detto “verbasco dalle foglie di ortica”, è originaria di Spagna, Francia, Italia, ex Jugoslavia e Grecia. Cconsiderata ottima pianta per attirare gli impollinatori, ha rosette di foglie basali verdi, fusti eretti che portano lunghe infiorescenze a spiga. La forma bianca, dai fiori bianco rosati con occhio rosa porpora, raggiunge i 100 centimetri di altezza: fiorisce da giugno ad agosto. Perenne di discreta longevità, è rustica fino a -20°C almeno, predilige i terreni poveri, asciutti e ben drenato, e, una volta bene attecchita, tollera bene la siccità. Lo trovo elegantissimo – nel mio giardino non mancherà di certo-, sia nelle bordure ghiaiose, sia nelle praterie di erbe e fiori.
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