I suoi minuscoli fiori mi hanno sempre fatto pensare ai cappellini delle fate dei boschi: un piccolo calice, una corolla campanulata rosa o bianco-rosata, rivolta verso il basso, a cinque lobi, i due posteriori più allungati e leggermente ricurvi, portata, in genere a coppie, dallo scapo eretto e sottile, privo di foglie. Le foglie sono dispost alla base e sono ovali, opposte, durette, pelose sulla pagina superiore. A sorpresa, Linnea borealis è un suffrutice, per quanto piccino: sollevando le foglie se ne nota infatti il fusto legnoso e striciante. Appartiene alla famiglia delle Caprifoliacee e anche questo non l’avrei mai detto.
Cresce, questa pianticella rusticissima che fiorisce da giugno ad agosto, fra i muschi dei boschi di conifere, a 1200-2100 metri di altitudine, sulle Alpi della Val d’Aosta, della Lombardia e del Trentino, ma è diffusa anche nelle aree “circumboreali” (Canada, Alaska e Lapponia).
Buono a sapersi: fu Carl von Linné in persona (il naturalista svedese che nel Settento inventò la nomenclatura binomia e fondò la moderna sistematica con classificazione delle specie sulla base del sistema sessuale), a dare il proprio nome a questa piantina.
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