Dianthus superbus, il garofano a pennacchio

Tra i fiori che ho imparato a conoscere e ad amare da bambina, durante le vacanze estive in montagna, c’è il “garofano a pennacchio” (Dianthus superbus), che oggi come allora m’incanta per l’aspetto scarmigliato dei suoi fiori, nei toni del rosa chiaro, e il loro profumo, sottile ma intenso, proprio “garofanoso”..

Lo si incontra facilmente nei prati umidi o bagnati, ai margini dei boschi, nei tratti soleggiati dei sottoboschi, su tutte le nostre Alpi e sugli Appennini, fino alla Toscana e alla Liguria, dal piano planiziale a quello alpino, fino a 1800-2400 metri di altitudine. Fiorisce da maggio a settembre, a seconda dell’altitudine, producendo fiori solitari o riuniti in piccole pannocchie lasse, raggiungendo i 30-40 e perfino i 100 centimetri di altezza. I fiori sono piuttosto grandi (4-7 centimetri di diametro) e hanno petali laciniati e profondamente sfrangiati, caratteristica che conferisce loro, appunto, un aspetto arruffato. Ma osservateli da vicino: non sembrano ricamati da un fata? Le foglie, perlopiù basali, sono piccole e sottili, di forma lanceolata.

In realtà in Italia si distingue in due sottospecie: Dianthus superbus superbus e Diantus superbus alpestris, che vive alle quote maggiori.

Fra tutti i garofani è forse il mio preferito. Se lo desiderate per il vostro giardino, purchè si trovi in un clima a estate fresca, guardatevene dal raccoglierne la pianta in natura, anche se non protetto: lo trovate facilmente in molti vivai. Da Floricoltura Billo a tanti altri specialzzati i piante alpine o perenni.

Dimenticavo, anche se forse lo sapete già: appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae.

Signicato del nome: Dianthus viene dal greco Ζιός Ziós, genitivo di Ζεύς Zeús Giove e da ἄνϑοϛ ánthos fiore; superbus deriva dal greco ὑπέρ hupér più, sopra, e da βία bía, forza, oppure da βίος bíos vita, nel significato di “ipervitale”.

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