In memoria di un orto

Come ben sapete, il mondo dei fiori e dei giardini regala infinite gioie e soddisfazioni, ma anche sconfitte a dispiaceri. Tra questi ultimi, il peggiore è scoprire la scomparsa di un luogo amato e curato e poi non più, di un albero conosciuto e poi abbattuto (a ragion veduta o meno), di un prato fiorito distrutto per far posto a una costruzione. Così mi capirete bene quanto dolore ho provato, quando, nel tornare questa estate nella mia amata Engadina, che frequento fin da bambina, sono andata a trovare il bellissimo orto fiorito dietro casa mia e averlo trovato in totale abbandono.

L’orto com’era

Come forse vi ricordate da un’articolo della scorsa estate, di cui vi allego alcune foto, era meraviglioso, traboccante di ortaggi e fiori – achillee, calendule, speronelle, peonie, aquilege, potentille, gigli, aconiti, calendule e tanaceto – e abitato da buffe statue di nanetti colorati. Era un orto che conoscevo fin da quando ero piccola, curato con grande attenzione e amore dalla proprietaria, che negli anni ho visto invecchiare. Da ultimo la vedevo ogni estate, simile all’anziana fata che viveva in una scarpa assieme a tanti bambini (vi ricordate la favola?), solo che lei invece abitava in un’antica casetta dalle finestre piccoline. È evidente che la dolce signora è andata a coltivare l’orto degli angeli, abbandonando suo malgrado il suo, che oggi è una distesa di erbacce, fra le quali però emergono ancora qualche robusta perenne (lupini, aconito, achiella e Tanacetum vulgare), capace di sopravvivere anche senza cure, oltre alle calendule e alle bocche di leone nate da i propri semi dell’anno scorso. I nanetti e gli altri ornamenti sono spariti. E come se non bastasse, da ieri ci sono degli operai a lavorare in quella bella casetta, chissà come la trasformeranno e di chi è ora.

L’orto com’è

Insomma, un grande dispiacere, anche se fa parte dei cicli della vita. Anche a voi è capitato qualcosa di simile?

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