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«Generalmente, se si parla di vino, il Piemonte, come é giusto che sia, é sempre protagonista. Quello che trovo meno giusto é che si parli sempre e solo dei ”soliti noti”, cioè dei grandi nomi del mondo del vino piemontese», dice Stefano Lorenzi, arboricoltore e treeclimber certificato SIA (Società Italiana d’Arboricolture), nonché sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier), «In realtà il Piemonte comprende anche altre zone, magari meno conosciute ai più, ma che danno vita a grandi vini e soprattutto sono belle…rilassanti e ideali per trascorrere piacevoli giornate immersi in una storia e natura ormai difficili da trovare, genuine e vere». Stefano ha dunque scelto per noi tre cantine molto speciali, per un itinerario a medio raggio, o da suddividere in più giornate, che collega tre luoghi diversi, tutti da scoprire: i Colli Tortonesi, Ghemme e Nizza Monferrato. Le tre cantine, oltre a essere inserite in paesaggi meravigliosi, poco battuti dal turismo tradizionale, uniscono storia e sperimentazione, amore per il vino, grande passione per il territorio e profondo rispetto per l’ambiente.
Colli Tortonesi (AL): «Per decenni sono stati considerati quasi una zona depressa a livello agricolo e sicuramente sono rimasti in ombra da un punto di vista enologico», spiega Stefano Lorenzi. Territorio di congiunzione di quattro regioni diverse – Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria -, i Colli Tortonesi da un lato sono la continuazione della Pianura Padana e dall’altro la zona di passaggio fra le Alpi e gli Appennini. Presentano quindi un paesaggio variato, oltre che bellissimo: morbide colline che sfumano in vette di tutto rispetto (Giarolo, Ebro e Chiappo), in un susseguirsi di campi coltivati, frutteti (a pesche, uva da tavola, susine, ciliegie e fragole) e vigneti pregiati. Già lo scrittore francese Stendhal descriveva questa zona come “una strada splendida, con montagne quasi sempre in prospettiva…”. Tante anche le bellezze storiche-architettoniche-artistiche da scoprire, fra cui i Castelli di Pozzol Groppo e di Brignano Frascata, in ottimo stato di conservazione, e lo Studio-Museo del pittore Pellizza da Volpedo.
Cantina Rovellotti, a Ghemme (NO): «È una delle DOCG cenerentola del Piemonte e d’Italia, ma in realtà il suo vino a base di Nebbiolo è uno dei più longevi e complessi tra i vini rossi italiani», spiega Stefano Lorenzi, «Ho scoperto questa azienda grazie a un’amica, che me l’ha segnalata. La famiglia dei titolari, Antonello e Paolo Rovellotti, vive nel Castello di Ghemme da 600 anni e ancora vinifica nelle piccole cantine storiche situate all’interno della fortificazione medievale. Fare il giro dell’azienda con Antonello, che in mano ha le grosse chiavi delle antiche e pesanti porte di quercia, ti fa sentir parte della storia». Rovellotti produce il Ghemme, vincitore più volte del Calice d’Oro Vini dell’Alto Piemonte, una Vespolina in purezza e un Erbaluce: «Ma lui, un po’ per protesta un po’ perchè deve, lo chiama Vitigno Innominabile, poiché il nome Erbaluce è esclusiva dei produttori della zona di Caluso«, spiega Stefano. «Ciò che di Rovellotti mi affascina sempre è la sua semplicità nello spiegare i concetti e le ragioni delle sue azioni. Azioni sempre volte a ottenere grandi vini da un territorio però sano…che lui vuole sano e lotta per mantenere tale. Come molti sanno le libellule sono indice di perfetta biodiversità e sanità dell’ambiente. Ebbene, Antonello e Paolo, ventidue anni fa, si resero conto che in vigna erano rimaste solo zanzare e zero libellule. Si promisero di lottare per farle tornare…Come? Non usando più prodotti chimici e gestendo la vigna nella maniera più naturale possibile…E così pochi anni fa…le libellule son tornate!! Rovellotti tutto questo amore per il territorio lo mette nei suoi vini..sempre fini..puliti, con una loro identificazione ben precisa…mai banali». Parola di Stefano Lorenzi! Distanze da altre cantine: km 122 da Cascina I Carpini – km 115 da Cascina Garitina.
Azienda agricola Cascina Garitina, Castel Boglione, Nizza Monferrato (AT): «In questo territorio, dove la Barbera è la regina e dove dal 2014 Nizza ha la sua DOCG, ecco stagliarsi all’orizzonte – in tutti i sensi visto i suoi quasi 2 metri di altezza- Gianluca Morino, proprietario di Cascina Garitina, azienda vitivinicola nata nel 1900», racconta Stefano Lorenzi, «Gianluca é un interprete meraviglioso della Barbera di Nizza. Rifugge tutte le definizioni predefinite sulla gestione della vigna. Lui semplicemente la osserva da sempre, da sempre ha confrontato il passato con il presente e da sempre cerca di avere il minor impatto possibile sull’ambiente che lo ospita, utilizzando tecniche e cultura che poco si discostano dai meccanismi della natura. Filare perennemente inerbito…pochi sfalci…tanto studio del meteo e dei suoi influssi positivi e non solo negativi: i suoi vini sono tutto questo». Vini sempre piacevoli da bere, sebbene alcuni abbiano una struttura più che importante..«Ampi al naso e persistenti in bocca», prosegue Stefano, «Gianluca ha valorizzato le sue vigne più vecchie vinificandole separate e creando dei Cru che dimostrano come, con lo stesso vitigno, si possono produrre vini così diversi e affascinanti anche nel medesimo anno, in base alla vigna di origine». Un altro aspetto particolare dei vini di Cascina Garitina è l’utilizzo del tappo a vite su tutte bottiglie: «È affascinante come Gianluca, con passione e sperimentazione, sia riuscito a rendere questa chiusura così duttile e perfetta per tutti i suoi vini. Una scelta dettata da due motivi… non rischiare più di avere i vini difettati dal tappo e non contribuire a stressare l’industria dei tappi di sughero». Un’industria già al collasso, che danneggia foreste intere di querce da sughero: una decisione, questa di Gianluca Morino, dunque davvero molto importante per l’ambiente. Distanze da altre cantine: km 122 da Cascina I Carpini – km 115 da Cascina Garitina.
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