L’eringio alpino, il bombo e la vendita fai-da-te

Alcuni giorni fa sono andata in Val Bever, valle laterale dell’Engadina, a pochi minuti di treno da Samedan, Celerina e St. Moritz. Ho passeggiato lungo il grazioso paesino di Bergun, fra case antiche dai muri dipinti, ornate dalle immancabili fioriere traboccanti di fiori, allietata da un intenso profumo di fieno e letame, che mi ricordava l’Engadina di una volta, molto più agricola e assai meno turistica di quella odierna. A Bergun vi sono ancora diverse piccole fattorie e tutte vendono i loro prodotti – uova, formaggi e salsicce varie – ai turisti di passaggio. Ma la cosa curiosa è che, da bravi Svizzeri pragmatici, non perdono tempo a occuparsi personalmente della vendita: nossignori, loro si sono organizzati con distributori automatici refrigerati, indicando i prezzi di ciascun prodotto. L’acquirente si limita a depositare il franchi corrispondenti in apposite cassette…

In fondo al paese, ho trovato anche un “fioraio fai da te”, che funziona allo stesso modo: un carretto adibito alla vendita di mazzi e mazzolini di fiori di stagione – in questo caso solo di Eryngium alpinum, achillee e poco altro -, raccolti nei prati vicini, con prezzi variabili a seconda della dimensione di ciascuno. Una cosa molto tenera e piena di fiducia nel prossimo, considerando poi che si tratta di fiori selvatici, alla portata di tutti. Anche se non bisognerebbbe mai esagerare, nel raccogliere i fiori spontanei, anche se non sono protetti.

Guardate infatti cosa è successo proprio a Eryngium alpinum, almeno in Italia: tra le piante di montagna che amo di più, per l’aspetto guerriero delle sue infiorescenze e il colore azzurro-blu ametista dai bagliori metallici, appartiene alla famglia delle Apiacee (già Umbellifere): detta “calcatreppola alpina” (che razza di nomaccio), è un’erbacea erenne spinosa, alta da 30 a 80 centimetri, che dai primi luglio a fine settembre forma grossi capolini cilindrici, costituiti da tanti piccoli fiori, circondati da brattee fogliari laciniate e spinose. Cresce anche in Italia, ma da noi è diventata piuttosto rara proprio per le raccolte smodate: endemica lungo tutta la catena alpina, oggi la si trova – come riferisce www.actaplantarum.org – solo sulle montagne della Lombardia e del Trentino, fra i 1400 e i 2500 metri di altitudine. Da noi è perciò protetta e guai a raccogliela. La potete trovare, recisa, presso alcuni flower farmer e, come pianta in vaso, presso i vivai specializzati in piante alpine e perenni, anche declinata in alcune cultivar da fioritura particolarmente vistosa.

E se invece siete in Engadina, non perdetevi il vivaio Schutz Alpine Gartencenter, a Filisur, paese non lontano da Bergun, dove potrete trovate, oltre a questo eringio, innumerevoli altre specie alpine, fra cui una collezione di genziane e di salici di montagna, oltre a cembri (Pinus cembra), di ogni dimensione, dai piccolissimi appena nati da seme agli esemplari di oltre 80 ani di età, seminati ancora dal nonno dell’attuale proprietario.

 

 

2 Commenti

  • Pucci Corbetta
    17 Agosto 2019 19:19

    A proposito di prati fioriti mi hanno detto che in Valbregalia, confinante con ľ Engadina, ogni anno vengono assegnati dei premi ai prati con maggiore diversitå di specie erbacee..

    • Margherita Lombardi
      19 Agosto 2019 16:21

      Grazie infinite dell’informazione preziosa! Andrò a curiosare! Margherita

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