Non si finisce mai di imparare! Passeggiando con Camilla Zanarotti, eccellente paesaggista e giardiniera, nella parte boscosa del suo Giardino della Torre e delle piante tenaci, a Zovencedo (VI), mi sono imbattuta in questa delizia mai vista prima: Anthericum ramosum, una pianticella esile esile, dalle corolle leggere come farfalle, formate da sei tepali e da lunghi stami, in infiorescenze rade. Mi sono incuriosita e sono andata a consultare testi e siti, scoprendo così che è detta anterico minore e lilioasfodelo, appartiene alla famiglia delle Asparagaceae, è dotata di breve rizoma, dal quale ogni anno si sviluppano radici e fusti avventizi, alti 40-90 centimetri. Le foglie basali, lineari, sono lunghe 25-35 centimetri, mentre quelle cauline sono ridotte o nulle.
I frutti sono pallini (capsule subsferiche con 3 valve), prima verdi e poi neri, contenenti semi scuri.
Diffuso in Europa occidentale-centrale, Anthericum ramosum in Italia cresce in tutte le regioni settentrionali (salvo, chissà perché, la Val d’Aosta), in quelle centrali fino a Lazio e Abruzzo (più raro, come pure in Campania), da zero ai 1600 metri di altitudine: in particolare è comune sulle Alpi e sui colli prealpini. Predilige i prati aridi, i pendii cespugliosi e soleggiati, le mughete e pinete, con terreno calcareo. Fiorisce in maggio-luglio alle quote superiori (per esempio nel Parco Nazionale della Stelvio), e nella tarda estate in quelle più basse, come avviene sui colli vicentini.
Nel suo giardino, Camilla lo ha trovato in abbondanza nella zona boscosa, rada e luminosa, formata da carpini neri (Ostrya carpinifolia), lecci (Quercus ilex), roverelle (Quercus pubescens) e ornielli (Fraxinus ornus), un’associazione caratteristica dei terreni mesofili secchi quali quelli del colle di Zovencedo. Per inseririvi i muretti a secco e sentieri che ora lo attraversano, tutte le piantine di Anthericum ramosum sono state amororevolmente trapiantate nella zona sottostante, non interessata ai lavori e ora stanno fiorendo nel sottobosco.
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