Giardini da visitare in inverno/2

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Proseguiamo il nostro viaggio attraverso i parchi e giardini aperti anche in inverno, periodo in cui meglio si ammirano le forme delle chiome, i fogliami sempreverdi, le siepi e le piante topiate, l’impianto e l’impostazione architettonica dei giardini, oltre a scoprire molte più fioriture precoci di quanto non si immagini.

Cominciamo dall’Emilia Romagna: a Vigolzone, nel Piacentino, vi aspetta il Castello Grazzano Visconti, fortilizio risalente al 1395, circondato da un bel parco ideato e realizzato tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone, con alcuni interventi negli ultimi anni da parte della paesaggista Oliva di Collobiano; comprende un giardino all’italiana, con piante e siepi topiate, statue e fontane, e un giardino all’inglese ricco di cedri del Libano, platani, bambù e tassi: lo potete visitare, solo con visita guidata, su prenotazione e per gruppi di almeno 20 persone.

 

Villa Caprile

Modalità di visite analoghe anche per la splendida Villa Caprile, situata all’interno del Parco Naturale Monte San Bartolo, nei dintorni di Pesaro: l’edificio, risalente al 1640 con successive trasformazioni nel corso del Settecento, è ornata da giardini disposti su tre terrazze, che ospitano giochi d’acqua, aiuole formali, agrumi in vaso, un pomario con le piante da frutto ed erbe aromatiche. Sede dell’Istituto Tecnico Agrario Antonio Cecchi e, durante l’estate, di spettacoli teatrali, la villa e i suoi giardini possono essere visitati anche in inverno, purché su prenotazione e in gruppi di almeno 30 persone.

 

 

A Firenze, invece, vi raccomando di fare una capatina al Giardino dei Semplici, il terzo orto botanico al mondo per antichità: risalente al 1545, comprende aiuole all’italiana, alberi maestosi bellissimi anche da spogli, arbusti, piccoli alberi e bulbose già in fiore a febbraio, come mimose e narcisi, una grande serra di piante tropicali e la limonaia che vi stordirà con il profumo degli agrumi in fiore. Attenzione, però: in questa stagione è aperto solo il sabato e domenica. Da non perdere anche i celebri Giardini di Boboli, grande parco storico dietro Palazzo Pitti e col Forte di Belvedere, uno dei più importanti esempi di giardino all’italiana al mondo: come tale, è spettacolare in ogni stagione, con il suo dedalo di siepi e gallerie verdi, le architetture preziose, le fontane sontuose e la collezione di sculture.
Da non perdere anche l’Orto Botanico di Lucca, da novembre al 20 di marzo visitabile solo su prenotazione: fondato nel 1820 da Maria Luisa di Borbone, conserva importanti collezioni di piante esotiche, serre, alberi pluricentenari, e una preziosa raccolta di flora locale. Non lontano da lì, a Collodi, frazione del Comune di Pescia, rimarrete stupiti dal Parco di Pinocchio, un giardino commemorativo della famosa fiaba di Carlo Lorenzini: progettato da Pietro Porcinai, il più grande paesaggista italiano del Novecento, è animato da mosaici, sculture in bronzo, piccoli edifici, inseriti nella vegetazione, realizzati da importanti artisti, fra cui Emilio Greco, Venturino Venturi e Pietro Consagra, a illustrare gli episodi salienti della celebre favola, oltre a un museo, una biblioteca virtuale e un teatrino meccanico animato dedicato al cocciuto burattino.

Meritevoli di una capatina in inverno, ma solo se si è da quelle parti, anche l’Orto botanico di Siena, risalente al 1588 e arricchito negli anni Novanta da nuove realizzazioni dedicate ai diversi ecosistemi, e l’Orto botanico di Pisa, che, essendo stato aperto nel 1543, sarebbe il più antico del mondo, però nel tempo ha cambiato sede per cui, considerando questo aspetto, il primato spetta all’Orto botanico di Padova.

In Lazio, non perdete Villa d’Este a Tivoli, capolavoro del Rinascimento italiano nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO: il sontuoso palazzo
si affaccia su uno straordinario giardino terrazzato, in cui si succedono resti prestigiosi di ville antiche, caverne, cascate, giochi d’acqua e incredibili musiche idrauliche. In provincia di Viterbo, trovate a sud del borgo medioevale di Bagnaia, alle pendici dei monti Cimini, la cinquecentesca Villa Lante, con il suo grande giardino all’italiana di siepi di bosso, fontane ed elementi scultorei, e, a Caprarola, la Villa (o Palazzo) Farnese, uno dei migliori esempi di dimora d’epoca Manierista: costruita nel 1547, oltre agli splendidi interni offre due meravigliosi giardini all’italiana, con parterre, siepi e fontane.

 

In Campania, vi aspetta la spettacolare Reggia di Caserta e il suo parco: dimora storica appartenuta alla casa reale dei Borboni di Napoli, proclamata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, venne costruita a partire dal 1751, sotto la direzione e la progettazione del celebre architetto Luigi Vanvitelli, considerato uno dei maggiori esponenti del rococò; è circondata da un vasto parco, formato dal Giardino all’italiana e, dalle imponenti realizzazioni di ingegneria idraulica, e dal Giardino Inglese, realizzato volere della Regina Maria Carolina d’Austria, incalzata dal nuovo stile paesaggistico, concepito intorno al 1730 da William Kent. In centro a Salerno potete scoprire una vera chicca: il Giardino della Minerva, un orto botanico terrazzato nato nel Medioevo, per la coltivazione delle erbe medicinali per gli studenti della Scuola Medica Salernitana: conserva ancora il complesso sistema di distribuzione dell’acqua, composto da canalizzazioni, vasche e fontane e ospita oltre 200 specie vegetali medicamentose, anche rare, fra cui la leggendaria mandragora, che si riteneva avesse poteri straordinari. Imperdibili, anche in inverno, anche i Giardini La Mortella, nell’Isola d’Ischia: disegnati in parte dall’inglese Russel Page e per il resto dalla proprietaria Susana Walton, moglie del compositore inglese William, negli anni Sessanta del Novecento, sono un vero e proprio paradiso terrestre, con oltre 3mila specie esotiche, mediterranee, ruscelli e laghetti, fontane, piscine, corsi d’acqua, terrazzamenti. Da novembre a metà marzo sono aperti alle visite ogni giovedì, dalle 14,30: è il momento migliore per apprezzare le forme grafiche delle chiome delle palme, delle mucche, delle felci arboree, e ammirare alle fioriture delle camelie invernali. delle aloe, delle acacie e di alcune protee.

E spostiamoci in Sicilia, terra di meravigliosi giardini storici. A Palermo, vi aspettano tre perle: l’Orto botanico, Palazzo Butera e Villa Malfitano. Risalente alla fine del 1700, il giardino botanico raccoglie circa 12mila specie, provenienti principalmente dal Sud Africa, dall’Australia e dal Sud America, importanti collezioni come quelle delle plumerie, delle piante palustri, delle palme, ed esemplari spettacolari, come un gigantesco Ficus macrophylla, simbolo dell’Orto.

Palazzo Butera è un grande edificio sei-settecentesco nel quartiere storico della Kalsa: restaurato due anni fa da Francesca e Massimo Valsecchi, ma con efficaci interventi contemporanei, è un museo “domestico“, che raccoglie  la preziosa collezione d’arte dei proprietari, con cortili e una grande terrazzo in cui crescono diverse piante esotiche, come la jacaranda, gelsomini, buganvillee, papiri, banani e Solandra maxima, un possente rampicante sempreverde.

Villa Malfitano, chiamata anche Villa Malfitano Whitaker è costruzione ottocentesca in stile neo-rinascimentale della seconda metà del XIX secolo, progettata dall’architetto Ignazio Greco, contornata da sette ettari di parco: molto belli gli interni e in particolare gli affreschi a tema botanico che contraddistinguono alcune sue sale, e di grande suggestione il giardino all’inglese, nato nel 1886 grazie a Joseph Whitaker, un vero e proprio arboretum, in cui crescono oltre 250 specie, per la maggior parte di origine tropicale e subtropicale.

Andando verso Catania, a Sant’Agata Li Battiati, incontrate l’incantevole Parco Paternò del Toscano, uno speciale giardino roccioso a terrazze, composto da piante mediterranee ed esotiche provenienti da tutto il mondo, fra agrumeti, vigneti, affioramenti lavici e residui di colate, progettato dal paesaggista Ettore Paternò: le visite però sono solo guidate e su prenotazione. A Taormina, troverete Casa Cuseni, costruita agli inizi del ‘900 dal pittore inglese Robert Hawthorn Kitson: il giardino è organizzato in terrazzamenti, con fontane e interessanti architetture, disegnate sia da Kitson, sia da altri artisti che frequentavano la villa, assieme ad agrumi e altri alberi da frutta, bougainvillee, glicini, gelsomini, iris, viti e rose dell’epoca. In seguito, la nipote Daphne Phelps, vi ha introdotto alcune specie botaniche autoctone. Ad Acireale, non perdete il giardino di Casa Pennisi, visitabile solo su prenotazione, anche in inverno: uno dei pochi giardini antichi che hanno resistito agli assalti della speculazione edilizia, è un armonioso connubio fra specie mediterranee ed esotiche, con palme centenarie, yucche, strelitzie, cycas, jacarande giganti, circondate da più familiari noci, pini marittimi e gelsi, mescolati ad ortensie, clivie, ibischi e rose.

Infine a Catania, in pieno centro, scoprite l’Orto botanico dell’Università, fondato nel 1858 dal monaco benedettino Francesco Tornabene Roccaforte: oggi raccoglie circa 2.000 specie, fra cui soprattutto succulente, palme, con un centinaio di esemplari appartenenti a 80 specie e numerosi endemismi della flora siciliana. L’Orto, tra l’altro, organizza suggestive viste al chiaro di luna…controllate sul sito per le date In periferia di Catania, a Mascalucia, si trova il rigoglioso Etna Botanic Garden, il giardino di Villa Trinità, realizzato negli anni da Salvatore Bonajuto, paesaggista e artista, nella casa di campagna di famiglia: un giardino ricchissimo di specie mediterranee ed esotiche, palme, succulente, alberi e arbusti da fiori, piantati fra grandi massi di lava e sculture contemporanee, eaccanto all’antico agrumeto; é anche B&B e sede della mostra mercato “Sotto la Jacaranda in fiore” Non lontano da Catania, a Villasmundo Melilli, in provincia di Siracusa, vi attende infine il Giardino di San Giuliano: sessanta ettari di proprietà dei marchesi di San Giuliano, quasi interamente coltivati ad agrumeti, tranne i quattro ettari dedicati al giardino puramente ornamentale, in parte ridisegnato negli anni Novanta dalla paesaggista Oliva di Collobiano in quattro sezioni: il giardino arabo, con vasche di acqua e ninfee, il giardino mediterraneo di rose e pompelmi, il giardino tropicale di palme e cactus, e il giardino di aromi, con lavanda, mirto, salvia, timo, elicriso e altre piante officinali.

 

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