Le ortensie arborescens de I Giardini e le Fronde

I Giardini e le Fronde è un incantevole vivaio-giardino nei dintorni di Serravalle Scrivia, comune piemontese in provincia di Alessandria, cuore di quella terra di mezzo fra la pianura e i primi contrafforti dell’Appennino ligure. Quando ci si arriva, si percepisce già il mare. I vivaio appartiene alla dolce Lucia Mazzarello e al marito Stefano Ruhe, che qui vivono assieme ai figli, due ragazzini deliziosi, a una cagnona di pastore tedesco, qualche gatto, oche e galline. Insieme, coltivano, in vaso, piccoli alberi e arbusti particolari anche di grandi dimensioni (fra cui splendidi meli da fiore), ortensie, erbacee perenni, rose, ortaggi antichi e annuali insolite; inoltre, propongono treillage, coni e altri sostegni di rami intrecciati, steccati di pali di castagno e pannelli di erica di rustica bellezza, organizzano interessanti incontri e lezioni su piante, insetti utili e giardinaggio, progettano e realizzano giardini. Quando sarà possibile, mettete in programma una visita al loro vivaio (ovviamente sempre previo appuntamento), anche in dicembre, quando le abili mani di Lucia lo trasformano in un luogo fatato.

Nel frattempo, ecco una sua piccola scelta di ortensie, fra quelle coltivate: sono varietà di Hydrangea arborescens, una specie originaria degli Stati Uniti orientali, che abbiamo imparato ad apprezzare per le foglie leggere, ovate, con margini seghettati e le infiorescenze (corimbi) grandi, soffici, dapprima piatte poi globose, dai singoli fiori bianchi di delicata fattura. Inizia a fiorire in genere a metà giugno e va avanti fino a primi freddi. È stata la prima ortensia ad arrivare in Europa, ed esattamente in Inghilterra nel 1734 sotto forma di campione essicato: vi ha fiorito per la prima volta nel 1736, nella tenuta di Mill Hill; coltivata in Francia dalla metà del ‘700, in Italia è arrivata nel 1820, e  si è diffusa nei giardini più tardi rispetto a H. macrophylla e altre specie orientali. Decidua, a portamento eretto, anche se può raggiungere i 3 metri di altezza, di fatto in genere rimane intorno ai 1-1,50 metri.

Hydrangea arborescens ‘Annabelle’ e ‘Pink Annabelle’ (sin. ‘Invincibelle Spirit’): sono talmente facili e rustiche, che Lucia che coltiva “quasi a bosco”, in grandi macchie. La prima è una varietà americana, forse una delle più belle ancora oggi, dalle enormi infiorescenze globose portate da steli sottili, tanto che tendono a piegarsi sotto al loro peso: «Sono composte da una moltitudine di piccoli fiori sterili dai sepali oblunghi, che sono verdi a metà giugno, quando iniziano a sbocciare, poi diventano di un bianco puro, in piena fioritura, a luglio-agosto, ed infine, appassendo, virano ad un verde leggero di ottimo effetto visivo. Fascinosa anche essiccata, si presta bene a diversi tipi di composizioni». La seconda, ‘Pink Annabelle’ (sin. ‘Invincibelle Spirit’), più recente, forma corimbi più piccoli e steli più robusti: «La trovo molto bella anche quando è in boccio, rosa-rosso scuro che mano schiarisce», dice Lucia, «Il colore comunque varia a seconda dell’esposizione: è più brillante al sole, più pallido all’ombra. È un po’ più piccola di ‘Annabelle’, ma quando prende pede è anche lei molto vigorosa. Le due varietà stanno molto bene anche insieme».

 

H. arborescens ‘Strong Annabelle’ (prima ‘Incrediball): è identica alla ‘Annabelle’, ma ha lo stelo più robusto, per ovviare al problema della caduta dei fiori. «È più resistente, ma a mio avviso ha un aspetto un po’ più rigido – io preferisco la ‘Annabelle’ classica -, però è molto bella comunque», dice Lucia.

 

H. arborescens ‘Puffed Green’: ha fiori grandi, globosi, molto simili a quelli di ‘Annabelle’, ma ha foglie leggermente variegate di verde più chiaro quando si aprono.

 

Hydrangea arborescens ‘Hayes Starbust’: ha una fioritura delicatissima, con fiori fertili bianco puro doppi. Avverte Lucia: «Però ha un difetto: lo stelo molto debole, quindi va posizionata con qualche pianta intorno, soluzione più bella, a parer mio, che utilizzare dei bastocini di sostegno: io ho fatto la prova con i Carex e funzionano molto bene insieme, perché i fiori dell’ortensia vanno ad adagiarsi sulla graminacea, senza che i gambi si pieghino troppo e si spezzino».

H. arborescens ‘Lime Rickey’ è una cultivar recentissima, dal colore molto particolare: i fiori sterili, infatti, rimangono verde acido (tinta che a fine stagione prendono tutte le arborescens), in contrasto con il cuore e i fiori fertili rosa. «Anche se è molto meno appariscente e scenografica di altre arborescens, la trovo un gioiellino, davvero molto delicata nel particolare. Va però posizionata con attenzione, e certo non vicino alle ‘Annabelle’, che la sovrasterebbero».

 

H. arborescens radiata ‘Samantha’: una delle preferite di Lucia. «Ha le foglie quasi cuoriformi, dentate, leggere, bianche sulla pagina inferiore e il fiore come quello della ‘Annabelle’, un po’ più piccolo: quando si muove nel vento, vedi questo contrasto argentato, che si muove..Al momento però l’ho in collezione».

 

Hydrangea arborescens ‘Emerald Green’

H. arborescens ‘Emerald Lace’:  detta anche ‘Green Dragon’, è davvero molto carina, ma, avverte Lucia, è un chicca per appassionati di ortensie, una particolarità da collezione: «La sua particolarità è il fogliame, del tutto diverso dalla specie: le foglie sono allungate, verde scuro, con margini irregolarmente frastagliati, in alcuni casi molto simili al fogliame delle felci. Fiorisce da giugno a settembre, con infiorescenze grandi, ma di tipo lacecape, con maggioranza di fiori fertili rispetto agli sterili. È un po’ più alta rispetto alle altre arborescens, eretta, piuttosto arrotondata, leggiadra e raffinata».

Come si coltivano. Robuste, rustiche, resistenti alle malattie, H. arborescens e varietà sono, rispetto ad altre ortensie, fra le meno esigenti per quanto riguarda terreno ed esposizione: accettano anche suoli poveri, non risentono di pH anche piuttosto alti e sopportano posizioni più soleggiate. Dice anzi Lucia: «Più il terreno è povero e più gli steli si fanno robusti, rimediando al problema delle varietà come ‘Annabelle’ caratterizzate da infiorescenze molto grandi e steli piuttosto sottili, che si piegano sotto il loro peso, soprattutto quando piove. Per lo stesso motivo, cioè l’indurimento degli steli, H. arborescens non vanno bagnate troppo». Essendo solite emettere numerosi polloni basali, inoltre, colonizzano in breve le aree a loro destinate. Iniziano a vegetare tardi in primavera, fiorendo sui rami dell’anno per cui non temeno le gelate tardive. «Per lo stesso motivo, sono facili da potare: se si preferisce, le si può tagliare già a fine autunno nei climi miti, a fine febbraio-inizio nelle altre zone, cosa che per permette di godere delle infiorescenze secche, molto belle, durante l’inverno. Quanto all’altezza del taglio, dipende dal vigore di ciascuna varietà e dal proprio gusto personale, tendo corto che più basse le si accorcia e più produrrano fiori grandi, ma meno numerosi e viceversa. Se si oltrepassa la metà dell’altezza della pianta si avranno scapi fiorali molto grandi ma poco abbondanti, se le si pota troppo poco si avranno invece molte infiorescenze ma piccole di diametro. E, in ‘Annabelle’ in particolare, se i fiori sono troppo grandi si rischia che gli steli non riescano a sorreggere il peso degli stessi, soprattutto dopo un temporale e quindi tendano ad incurvarsi verso terra, problema  d’altra parte ovviato da ‘Strong Annabelle’ e cultivar simili della linea ‘Incrediball’. Per riassumere, è meglio tagliare le più vigorose, come le ‘Annabelle’, a 35 centimetri dalla base, anche se c’è chi non le pota affatto o le pota a 60 centimetri, proprio per evitare di avere fiori troppo grandi e pesanti; mentre si possono tagliare anche  a 20 centimetri di terra quelle di taglia più contenuta, come ‘Hayes Starbust’».

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