Passeggiare in Abruzzo: dall’Abbazia di San Liberatore alle sorgenti dell’Alento

This post is also available in: Inglese

Mi arriva da Andrea Agapito Ludovici, responsabile area “Rete e Oasi” del Wwf, il suggerimento di una bella passeggiata al fresco in Abruzzo: dall’Abbazia di San Liberatore a Serramomacesca, verso le sorgenti dell’Alento, all’interno del Parco Nazionale della Majella. L’abbazia di San Liberatore alla Maiella, che si trova nel comune di Serramonacesca, in provincia di Pescara, è uno dei più antichi monasteri dell’Abruzzo risale infatti al IX secolo ma è stata interamente ricostruita dopo il terribile terremoto del 990 e successivamente restaurata. È andata in lento declino durante il 1800, da quando, nel 1806, Napoleone iniziò la soppressione degli ordini monastici. Ciò che rimane dell’antica struttura è divenuto monumento nazionale dal 1902: custodisce preziosi affreschi medievali, oggi visibili nelle absidi, e un prezioso pavimento della navata centrale, risalente al 1.275.

Per raggiungere l’abbazia, si parte in macchina dal paese di Serramonacesca, seguendo le indicazioni. Il nome deriva dal toponimo “serra dei monaci“, perché il borgo era un tempo immerso nella selva, in cui gli abitanti e i monaci coltivavano alcuni orti (serre). Lasciata l’automobile, si scende lungo il sentiero sulla sinistra verso il fiume Alento, le cui sorgenti si trovano a poca distanza dall’Abbazia. Il sentiero costeggia il fiume, attraversando un bosco di pioppi, salici, felci, aceri, frassini, carpini e grovigli di edera, abitato da caprioli, volpi e ricci, ed è facile e adatto anche ai bambini, ma a tratti è scivoloso, per cui ci vuole un po’ di attenzione. È costellato da cascatelle, piccoli ponti, forre e pozze d’acqua, in cui è possibile bagnarsi, ma anche alberi caduti. Man mano le gole fra le rocce si fanno più ampie e le pareti più alte, fino a raggiungere, sulla sinistra, leTombe Rupestri di San Liberatore a Majella: cinque cavità scavate nella roccia, forse da un gruppo di eremiti tra il VII ed il IX secolo, che ospitano tre tombe, una nicchia e una piccola cappella, con una vasca per la raccolta di acqua piovana. Il sentiero prosegue lungo le sponde del fiume, fino a incontrare tre piccoli specchi d’acqua freschissima: la Pozza dei Cinghiali, l’Area delle Trote e l’Area della Cascata. Da qui si raggiungono, poco dopo, le Gole dell’Alento, dove si trovano le sorgenti. Si può quindi tornare indietro oppure proseguire nel bosco verso la Torre di Polegra, costruita a difesa dell’Abbazia, insieme a vicino Castel Menardo.

Grazie Andrea Agapito anche per le bellissime foto!

This post is also available in: Inglese

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.