Myosotis sylvatica sylvatica, il nontiscordardimè dei boschi

Occhieggia lungo i rivoli d’acqua, gli stagni, nelle radure dei boschi e nei prati di erbe alte in collina e montagna: è il non-ti-scordar-di-me selvatico o nontiscordardimè dei boschi (Myosotis sylvatica subsp. sylvatica), una pianticella dai piccoli fiori incantevoli, del celeste più celeste che c’é. Diffuso in tutta Europa, in Italia lo si ritrova in tutte le regioni settentrionali, in Liguria, Toscana, Abruzzo e Campania, dai 200 ai 1900 metri di altitudine, in particolare al di sopra della fascia mediterranea e sotto quella subalpina, nei luoghi e sui freschi e ricchi di composti azotati. Fiorisce, a seconda dell’altitudine, da aprile a settembre. Io semplicemente l’adoro, come adoro tutti i fiori piccini, che mi ricordano l’infanzia.

Appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, Myosotis sylvatica subsp. sylvatica è una delle quattro sottospecie di Mysotis sylvatica presenti in Italia. . Perenne a vita breve, alto 15-40 centimetri, ha foglioline sottili, allungate, appuntite, leggermente pelosette, e racemi radi di piccoli fiori dai cinque petali arrotondati, simili a quelli che disegnano i bambini nel raffigurare un fiore; il loro colore tipico è azzurro celeste, con il centro giallo, ma ve ne sono anche forme bianche, rosa, viola chiaro e talvolta giallo pallido. Il frutto è una bacca, contenenti semi neri. In coltivazione viene in genere trattato da biennale.

Le altre sottospecie sono M.s. cyanea, presente in Puglia, Abruzzo e Molise; M.s. elongata, diffusa in Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia; e M.s. subarvensis, ritrovata in Abruzzo, Puglia e Sicilia.

Curiosità: il nome del genere deriva dal greco mys-myos, topo, e ous-otos, orecchio), per la forma particolare e la pubescenza delle foglie; il nome della sepcie viene dal latino sylva, selva, allundendo all’ambiente boschivo in cui cresce. Il nome comune, “nontiscordardimé” risale almeno al 1400 secolo e si riferisce alla dolce tradizione secondo la quale gli innamorati se ne scambiavano un mazzolino prima di separarsi.

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