All’interno del suo genere, è forse quello che mi piace di più: Cotoneaster salicifolius, detto cotoneaster a foglie di salice, è infatti davvero un bell’arbusto di dimensioni medio-grandi, dall’elegante portamento arcuato. Di origini cinesi, sempreverde o semi-sempreverde, a crescita lenta, ha foglie lanceolate verde bottiglia sulla pagina superiore e argentate su quella inferiore, molto fitte, che si arrossano in autunno. In giugno si ricopre di una miriade di piccoli fiori bianchi a cinque petali, in mazzetti, che a partire da settembre si trasformano in una miriade di bacche rosso scarlatto. Nel tempo raggiunge i 5 metri di altezza. L’esemplare in fruttificazione delle foto cresce nel grande parco di Villa Raimondi, appartenente alla Fondazione Minoprio ed è davvero annoso.
Molto rustico (-15°C), tollera bene anche il caldo intenso, il vento salmastro, la siccità, e, pur preferendo i terreni fertili e ben drenati, si adatta a tutti, così come sia il sole sia la mezz’ombra. In giardino utilizzatelo come esemplare singolo, in macchie di colori o in siepi libere. Potete coltivarlo anche in vaso, purché di 50-60 centimetri di altezza e larghezza e bagnatelo non appena il terriccio si asciuga.
Si pota solo per pulizia dal secco e per conservare la forma, a meno che non preferite utilizzarlo come topiario, anche se in questo modo, a parer mio, si perde la bellezza del suo portamento.
Ne esiste diverse varietà, a crescita più lenta o anche più veloce, portamento nano, compatto e prostrato, tra cui ‘Floccosa’ (eretto, con rami ricadenti); ‘Herbstfeuer’ (strisciante o decombente, molto vigoroso, veramente prostrato, cacche rosso chiaro in contrasto con le foglie rossatatre in autunno); ‘Parkteppich’ (strisciante o decombente, tami lunghi e sottili che ricadono verticali e poi si adagiano sul terreno); ‘Prostratus’ (strisciante, compatto e ordinato; ‘Repens’ (strisciante, tappezzante, per aiuole e come ricadente).
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