Matteo Carassale e la foto dell’Anno

Bosco Verticale, Milano, ph. Matteo Carassale

 

Matteo Carassale è un bravissimo fotografo, di giardini, piante, persone, still life, cucina, interni…non c’è niente che non sappia fotografare al meglio, per Gardenia e innumerevoli altre testate italiane e straniere. Amico caro da tanti anni, è anche una persona gentile, divertente, con il quale è bello e facile lavorare, oltre che un bravo papà, innamorato delle sue bambine e della sua bella moglie Eleonora. Del suo modo di lavorare, amo la velocità di cogliere al volo uno scatto imprevisto, così come di pianificare un servizio riuscendo a coglierne tutti gli aspetti più interessanti. Ma anche la capacità di non scoraggiarsi mai e riuscire a tirare fuori un buon lavoro anhe da situazioni obbiettivamente difficili. Del suo modo di fotografare, m’incanta come usa la luce e come, nel tempo, continui a sperimentare e ad affinare il suo stile, precorrendo così l’attuale stile fotografico, che sovraespone e schiarisce il cielo, non più azzurro sparato come un tempo, bensì quasi bianco, e come tale capace di mettere in evidenza i dettagli in primo piano. Le sue foto sono per me sempre riconoscibili al volo, sarà per la luminosità morbida e al tempo stesso rarefatta che le caratterizza e riesce a trasmettere una profonda serenità in chi le guarda.

Come in questo scatto strepitoso (sopra), che gli è valso il primo premio nella categoria “Plants and Planet” all’interno del prestigioso concorso International Garden Photography of the Year 2021. La foto fa parte di un servizio sul Bosco Verticale di Milano, commissionato dalla rivista Gardenia. Purtroppo è piccola e non rende giustizia all’originale, ma provate a coglierne ugualmente la bellezza: osservate i colori quasi seppiati, il tree climber in primo piano sulla destra intento a potare, mentre sullo sfondo si allunga un paesaggio cittadino che è diventato altro, trasformato in un deserto, una bruma, un paesaggio riconoscibile e al tempo stesso indefinito, lontani, all’orizzonte.

ph. dal web

Il Bosco Verticale, per chi non lo sapesse, è un avveniristico progetto, costruito tra il 2009 e il 2014, su progetto dello Studio Boeri e della paesaggista e agronomo Laura Gatti, in collaborazione con lo studio Emanuela Borio. Situato nel quartiere Isola-Porta Nuova, è formato da due torri residenziali, di 111 metri e 78 metri, con ampie terrazze, nelle quali sono stati piantati oltre 1.000 diversi alberi, piccoli cespugli ed erbacee, per un totale di 11.000 piante, tante quante ne ospiterebbe un normale bosco orizzontale di 7mila metri quadri. DOpo aver vinto due prestigiosi premi internazionali, il Bosco Verticale è già stato riprodotto, con modalità e piante diverse, in molte altre città del Mondo. I suoi vantaggi rsono molti e importanti: la formazione di un microclima, l’assorbimento di CO2 e polveri sottili, la produzione di umidità e di ossigeno, la riduzione dell’inquinamento acustico e il riparo dal vento. Un sistema di energia fotovoltaica (500 mq di pannelli), eolica e geotermica ne garantisce l’autosufficienza, l’irrigazione delle piante avviene per larga parte attraverso un impianto centralizzato di filtrazione dell’acque grigie. La gestione del verde (concimazioni, potatura, controlli degli ancoraggi, monitoraggio fitosanitario) è centralizzata sia per garantire la conservazione di un alto livello qualitativo, sia per raccogliere i dati utili per valutare nel tempo la funzionalità del sistema. La potatura degli alberi viene effettuata una volta all’anno da un team di scalatori provetti. Gli eventuali attacchi fitosanitari sono controllati biologicamente. Per Milano è diventato un punto di riferimento e di grande attrazione turistica, ma soprattutto ha contribuito a a restiuire ai cittadini lo scorrere delle stagioni, grazie al suo continuo mutare nell’anno, man mano che sbocciano nuvole di fiori, nascondo i nuovi fogliami, arrivano i colori autunnali. C’è sempre qualcuno, ai piedi delle due torri, intento a fotografarlo, ma credetemi: nessuno l’ha mai rappresentanto così bene e con tale poesia come Matteo Carassale.

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