La delicatezza di Spiraea thunbergii ‘Fujino Pink’

Quando l’ho vista nel giardino di Mattia Godio e Marco Grosso, Jay Blue House Garden, a Fontaneto d’Agogna (NO), così ricco di piante speciali, me ne sono innamorata all’istante e ho deciso che la pianterò, appena possibile, nel mio nuovo giardino: Spiraea thunbergii ‘Fujino Pink’ è una cultivar spettacolare, che di primo acchito fa pensare a un piccolo melo. Come la specie condivide la precocità della fioritura:  in Italia già in marzo (nei climi più freddi aprile) s’adorna di corimbi di boccioli rosa acceso, che si aprono in corolle bianche, in piacevole contrasto, mentre compaiono le prime foglioline verde tenero. A portamento eretto, raggiunge i 120-150 centimetri di altezza. Le foglie, in autunno, diventano giallo oro.

La specie, Spiraea thunbergii, prende il nome da Carl Peter Thunberg (1743-1828), prolifico cacciatore di piante svedese, che la introdusse in Italia dal Giappone, anche se in realtà è originaria della Cina orientale, ma, come moltissime altre piante cinesi ha raggiunto l’Occidente attraverso il Paese del Sol Levante. Il Giappone per quasi 200 anni aveva chiuso le frontiere agli stranieri ma verso la fine del 1700 aveva un po’ allentato l’isolamento e aveva concesso alla Compagnia olandese delle Indie orientali una base sull’isola artificiale di Dejima a scopo commerciale. Quando Carl Peter Thunberg, medico e naturalista di scuola linneiana, vi arrivò, nessuno botanico europeo aveva ancora potuto esplorare quella terra lontana. Su idea degli olandesi Johannes Burman e del figlio Nicolaas, che volevano arricchire con le sconosiute piante giapponesi gli orti botanici del loro Paese, Thunberg era stato assunto dalla Compagnia come medico-chirugo e inviato dapprima, nel 1972 e 1973 in Sudafrica, dove potè scopire moltissime piante nuove, e, due anni dopo, nell’isoletta giapponese. All’inizio, però, gli era stato vietato di sbarcare sulla terraferma, e potè quindi limitarsi all’osservazione delle piante che portatavo i contadini; poi, dopo tutta una serie di accadimenti, potè inizare a esplorare l’entroterra e, grazie alla sua natura socievole nonché al fatto che ormai parlava l’olandese fluentemente e dunque poteva parlare con gli interpreti giapponesi di questa e unica lingua europea, Thunberg riusci a individaure moltissime nuove specie nuove e portarle in patria. Per saperne di più su questo interessante argomento, andate a leggere il lungo articolo ad esse dedicato su I nomi delle piante, il blog di Silvia Fogliato, “appassioanta curiosa” di piante e persone, ricchissimo di informazioni.

Il nome del genere, Spiraea, viene invece dal greco speira , che signifca “ghirlanda”, in riferimento all’aspetto dei vistosi mazzetti di fiori che caratterizzano questi arbusti. reath in reference to the showy flower clusters seen on most shrubs in the genus.

Coltivazione. Spiraea thunbergii e la sua cultivar ‘Fujino Pink’ sono entrambe molto rustiche (-25 °C) e robuste. Possono essere piantate in qualsiasi terreno, fresco e come secco, preferibilmente però a pH da acido a leggermente basico, al sole come mezz’ombra. La potatura si limita al contenimento, quando necessario.

 

 

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