Narcissus poeticus, endemico in Italia, fiorisce, da marzo a fine maggio, nei nostri prati fertili e freschi tra i 400 e i 1600 metri di altitudine. Profumatissimo, è chiamato “narciso selvatico“, ma anche “narciso dei poeti”, per la grazia dei suoi fiori e per l’essere stato celebrato fin dall’antichità nell’arte, nella letteratura e nella poesia e in tante culture diverse. Più genericamente, viene indicato come “giunchiglia”, in inglese daffodil, appellativi riferiti anche ad altre specie selvatiche europee. Le corolle, solitarie, sorrette da steli alti 15-30 centimetri, sono composte da sei tepali bianchi, ovali e appuntiti, e da una coroncina alta pochi millimetri, con margini ondulati, gialla alla base e bordata di rosso. Nella cultura greco-romana antica collegato ai miti di Narciso e di Persefone, rappresenta la gioventù eterna. Celebre la poesia a lui dedicata dal poeta romantico inglese William Wordsworth.
Un tempo si usava, come per altri fiori selvatici, andare a raccoglierli in gran quantità (nelle cosiddette “narcisate”), così come era facile incontrare nelle città uomini e donne scesi dalle montagne, un po’ simili ad elfi, che li vendevano in mazzolini: violette, mughetti e, appunto, narcisi. Questa antica abitudine ha contribuito a una preoccupante diminuzione di queste vaste distese naturali di fiori selvatici, dei quali ora la raccolta è per fortuna vietata. Ma nulla di impedisce di andarli ad ammirare e fotografare. A proposito dei narcisi, vi segnalo due luoghi che in maggio relagano questa emozione: Il Parco dell’Antola, nell’entroterra di Genova e la sommità del Monte Linzone, sulle Prealpi Bergamasche. per quest’ultima segnalazione e foto ringrazio Alessia Scaglia, del gruppo pubblico su FB “In Lombardia non c’è il mare ma…”, che di continuo pubblica notizie e spunti interessantissimi. Avete altri posti simili da segnarci?
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