Piccoli ospiti in giardino

«Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita», Einstein

Riporto qui un altro articolo scritto e pubblicato per Wall Street International Magazine Italia :

Da una recente ricerca inglese risulta che i giardini privati in Gran Bretagna superino i 4 milioni di ettari, un’area più vasta di tutte le riserve naturali del Paese. Riguardo all’Italia non abbiamo alcuna informazione, ma sicuramente il risultato ci sorprenderebbe. Di giardini, grandi e piccoli, di campagna e di città, senza contare i terrazzi e i balconi, ne abbiamo un’infinità: un patrimonio verde prezioso anche per la fauna selvatica, che si sta riducendo sempre più, con gravissime conseguenze per l’ambiente e l’umanità; «Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita», diceva Einstein, ancora molto tempo fa. È importante, quindi, supportare e difendere la fauna selvatica, offrendo habitat congeniali al suo nutrimento, riproduzione, nidificazione e rifugio. Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa a riguardo, anzi, a ben guardare, sarebbe proprio un dovere: bandendo o riducendo quanto possibile pesticidi e fertilizzanti chimici, come pure, per esempio, tagliando il prato con minor frequenza, ma anche applicando tutta una serie di accorgimenti che incoraggino api, farfalle, coccinelle, libellule e altri insetti utili, uccelli, piccoli mammiferi, rettili e anfibi a frequentare il nostro giardino, cortile e perfino terrazzo. La loro presenza, oltretutto, non sarà solo fonte di gioia per grandi e bambini, ma, favorendo lo sviluppo di un nuovo equilibrio ecologico, ridurrà quella degli insetti nocivi alle nostre piante, e dunque la necessità di intervenire manualmente o chimicamente.
Ci spiega come fare il delizioso Il giardiniere coscienzioso. Una raccolta di idee e spunti per accogliere la fauna selvatica, scritto da Helen Bostock e Sophie Collins, pubblicato dalla Royal Hortultural Society e ora tradotto in italiano da Guido Tomasi Editore. Un libro che è un piacere sfogliare e studiare, ricco di suggerimenti facili da seguire, sia per chi un giardino ce l’ha già, sia per chi si sta accingendo a realizzarlo.

Innanzitutto, possiamo iniziare ad accogliere alcuni fiori selvatici tra quelli esotici, nelle aiuole, nelle bordure o anche solo in un angolo, come pure trasformare un tappeto erboso in un prato di fiori spontanei, offrendo cosi grandi quantità di nettare e polline agli insetti pronubi. Per aiutare quelli più precoci, ricordiamoci di piantare anche qualche arbusto a fioritura invernale, come Chimonanthus praecox, Viburnum x bodnantense, Lonicera fragrantissima. Per quanto riguarda, in particolare, farfalle, falene e i loro bruchi, coltiviamo le sirene (Silene dioica), le violaciocche (Matthiola spp.), la valeriana rossa (Centranthus ruber), le mente e tutte le erbe aromatiche, il tabacco ornamentale (Nicotiana alata), il “fiore del cuculo” (Cardamine pratensis), il caglio zolfino (Galium verum), le digitali, il ginestrino (Lotus corniculatus), il luppolo (Humulus lupulus, molto bella la sua varietà ‘Aureus’ a foglia dorata), edere, agrifogli e ortiche, utili anche per la deposizione delle uova.
Per lo stesso motivo, iniziamo ad accettare le così dette “erbacce”, che, salvo casi particolari, hanno il solo difetto di crescere dove non richieste, ma in realtà spesso graziose e non realmente dannose, oltre a nutrire e/o ospitare molti piccoli animali selvatici.
Creiamo inoltre, dove possibile, siepi naturali o gruppi di piante con arbusti e piccoli alberi da fiore e da bacca, come rose selvatiche, piracanta, biancospini, prugnoli, noccioli, meli da fiori, sorbi e sambuchi, per nutrire, oltre agli insetti, anche uccelli, topolini e altri piccoli mammiferi e offrire loro un luogo dove nidificare. Per aiutare i ricci, creature timide e utilissime, perché si nutrono di bruchi, larve, lumache e chiocciole, lasciate un cumulo di foglie dove andare in letargo e aprite un foro nella vostra recinzione, chiedendo di fare lo stesso ai vicini, perché i ricci, andando a caccia, hanno l’abitudine di muoversi parecchio. Un piattino di crocchette per gatti sarà un regalo graditissimo per attirarli, ma se in autunno vi capita di trovare un giovane riccio, nato nell’anno, ancora in giro, fate attenzione: potrebbe essere ancora troppo magro per sopravvivere al letargo invernale, per cui bisogna impedirli di addormentarsi, continuando ad alimentarlo. Per non sbagliare, la cosa migliore è rivolgersi a un centro di recupero specializzato in ricci, come La Ninna (www.laninna.org) e chiedere come fare.
Attirare gli uccelli è facile: basta piantare arbusti e alberi da bacca per l’inverno, lasciare andare a seme i fiori di cui si nutrono, come i cardi, fornire in inverno tanto mangime, come semi di girasole sgusciati, palline di grasso, barrette di frutta secca, semi e frutta disidratata (ma evitate briciole di pane e biscotti, ad alcuni uccellini posso fare molto male). Bisogna però avere cura di posizionare le mangiatoie ad altezze non raggiungibili da eventuali gatti di casa e, nella bella stagione, inserire una fontanella dove possano abbeverarsi e rinfrescarsi. Una volta attirati, il passo successivo è cercare di farli nidificare, installando, nei posti giusti, nidi artificiali, dei quali c’è grande scelta in commercio, diversi a seconda delle specie.
E i pipistrelli? Mangiano le zanzare e molti altri insetti notturni, che catturano in volo. Piuttosto sfuggenti, sono invece difficili da convincere ad abitare un giardino o un terrazzo: provateci piantando tanti fiori che profumano di notte, come caprifogli e gelsomini, appetiti dalle falene, una ghiottoneria per i pipistrelli; inserendo in giardino un stagno, dove potranno bere e trovare moscerini e zanzare (di questo parliamo dopo) in abbondanza; e infine offrendo loro una bat-house, nella speranza che l’adottino per il letargo o la maternità. Le bat-house sono cassette di legno, piatte, con strette fessure per l’entrata: vanno attaccate su un muro o un albero, in un punto soleggiato, ad almeno quattro metri di altezza e non vanno mai disturbate. A proposito di rifugi specifici: esistono in commercio anche bee-hotel e bug-hotel, strutture più o meno picocle o estese che potete realizzare anche da voi, composte blocchi di legno, rametti forati e bambù, che offrono gallerie per la nidificazione delle api solitarie, degli scarabei e molti altri insetti. Un buon equilibrio ecologio fra piante, animali, microrgamismi farà sì che anche gli insetti parassiti siano tenuti a bada: a questo proposito, si possono acquistare dalle aziende specializzate diverse tipi di “insetti utili”, fra cui innanzitutto le coccinelle, formidabili divoratrici di afidi, e liberarli in giardino.
Per tornare allo stagno: non vi è ambiente più efficace nell’attirare vita animale e non bisogna averne paura. Inserendovi le piante giuste (ossigenanti, galleggianti e palustri), l’acqua rimarrà infatti pulita da sola, salvo lievi intorpidimenti naturali e passeggeri (nel caso, una cascatella o qualche zampillo ovvieranno a questo) e manutenzione sarà minima. Quanto alle zanzare, le gambusie (pesciolini nordamericani gioite delle loro larve), le rane e altri piccoli animali risolveranno il problema.
Un altro aspetto importante è l’illuminazione: la luce in giardino ne aumenta il fascino e dà una sensazione di maggior sicurezza, ma disturba i cicli naturali della fauna selvatica (e anche delle piante). Meglio quindi evitarla del tutto, ricorrendo a lanterne e candele per le cene all’aperto, oppure utilizzate luci tenui e ambrate, meno fastidiose di quelle blu o della luce bianca dei Led, rivolte verso il basso, e luci di sicurezza con sensore di movimento piuttosto che sempre accese. Cosa fare invece con le talpe, gli scoiattoli, i ghiri, le foglie sul prato, gli sfasci dell’erba e tutti gli altri dubbi e problemi che possono sorgere in un giardino…Scopritelo con Il giardiniere coscienzioso.

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