Cardiocrinum giganteum: il giglio gigante

L’ho notato, ancora in boccio, al Chelsea Flower Show 2017, utilizzato in uno degli 8 Garden Show, e l’ho riconosciuto per averlo precedentemente ammirato nel vivaio La Casina di Lorenzo, di Davide Picchi: è Cardiocrinum giganteum, una delle bulbose più grandi – gli Inglesi lo chiamano giant lily – e profumate. Appartenente alla famiglia delle Liliaceae, proviene dalla foreste e boscaglie dell’Himalya, della Cina e del Giappone, dove raggiunge anche i 4 metri di altezza. Nei nostri climi arriva comunque a 2 metri di altezza! Le foglie, decidue in inverno, ampiamente ovate e di colore verde scuro, sono sia disposte in una rosetta basale, sia, più piccole, distribuite a spirale lungo il possente stelo, fino alla base dell’enorme infiroescenza, che conta 20 fiori e più.

Questi ultimi sono spettacolari: a forma di tromba stretta e allungata, rivolta all’ingù, bianchi o crema, con screziature porpora o bune all’interno, sbocciano in estate ed emano un profumo intenso, paradisiaco.

Come si coltiva. Cardiocrinum giganteum ama il fresco, anche nel terreno, che deve essere molto fertile e ben drenato, pena marciumi fatali. Va piantato in autunno, con l’apice del grosso bulbo appena sotto il livello del terreno, in mezz’ombra. Mezz’ombra, non ombra: infatti Michele Thomas Calore, ottimo giardiniere, mi ha raccontato che nel suo giardino (Le Paradis des Papillons, meraviglioso, da visitare in ogni stagione, per esempio seguendo l’itinerario Andar per vivai: Padova e dintorni), dove lo aveva piantato appunto all’ombra, è marcito, con suo grande dispiacere. Forse, mi viene da pensare, anche il suo terreno è troppo pesante.

Ma c’è da sottolinearne un altro aspetto: da quello che ho letto, al contrario di altre bulbose, la fioritura di Cardiocrinum giganteum è unica, perché è monocarpico: ciascun bulbo, una volta che arriva a fiorire (e ci vogliono 4 anni da ogni bulbillo), si esaurisce e muore. Per fortuna nel frattempo si formano bulbilli laterali, che a loro volta fioriranno, seppur lentamente. Inoltre, si moltiplica da solo da seme, ma in questo caso ci vorranno 7 anni per la fioritura.

Non è dunque pianta per tutti, anche perché è sì rustico, ma teme il caldo e l’aridità, così come i ristagni idrici. Ve la sentite? Lasciato insevatichire in una bordura ombrosa un po’ selvatica, in una valletta fresca, in una macchia boscosa, sarà pettacolare.. L’ottimo Mario Mariani, del vivaio Central Park, me ne ha segnalato la presenza, in grande quantità, nei Giardini di Villa Taranto.

Davide Picchi dimostra che si può coltivare anche in vaso, che però deve essere molto grande, non fosse altro per reggere il peso della vegetazione.

Da La Casina di Lorenzo lo potete acquistare già in vaso, mentre da Floriana Bulbose ne trovate i bulbi, pronti a fiorire. Coraggio, se avete le condizioni giuste, lasciatevi tentare!

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