Il bello del celastro

Li ho notati fra i vasi di rami recisi del fiorista Frida’s, a Milano e mi hanno incuriosita: rami sottili carichi di piccoli “frutti” (in realtà semi) arancio brillante, sorrette da tre valve legnose color paglia, come i merletti di carta dei piccoli bouquet di una volta. Appartengono al celastro (Celastrus orbiculatus), un rampicante cespuglioso ancora poco conosciuto nonostante sia arrivato in Europa, dall’Asia orientale, ancora nell’Ottocento. Appartenente alla famiglia delle Celastracee, deciduo, arriva a 5-6 metri di altezza, appoggiandosi a un sostegno che bisogna fornirgli. Le foglie sono alterne, ovali-arrotondate, con bordi dentellati, verde lucido e cerose. In giugno-luglio produce grappoletti di fiori verdastri, seguiti da caspule rotonde, verde o gialle, che in autunno si aprono in tre parti, rilasciando i semi carnosi.

Rustico e adattabile, il celastro può perfino diventare invasivo, come è per esempio accaduto in America settentrionale-orientale, per cui meglio non perderlo d’occhio. Piantatelo al sole, anche se accettta anche la mezz’ombra-ombra, ma al riparo dai venti, in terreni sciolti e ricchi di humus, privi di calcare, anche se si adatta a terreni poveri e siccitosi.

Richiede poche cure: l’eliminazione dei rami che si sono seccati e, una volta che la pianta è ben sviluppata, il taglio a metà degli altri per contenerla (in febbraio-marzo) e innaffiature in estate se è siccitosa, perché riesce a trovare l’acqua grazie alle sue poderose radici. Attenzione invece ai ristagni idrici. In primavera somministratele, almeno all’inizio, un po’ di concime organico.

Si moltiplica con facilità per seme (in primavera e in novembre), per talae legnosa (in ottobre), per propaggine (in novembre), utilizzando i rami di un anno di età e ricorrendo agli ormi di radicazione sull’incisione effettuata, e per polloni radicati (in primavera). Non presenta particolari malattie e parassiti, a parte oidio e ticchiolatura nei climi umidi.

Se ve ne farete tentare, avrete un ottimo materiale per mazzi e composizioni d’autnno.

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