Le rose botaniche di Andrea Bassino

Da bambina, in montagna, incotravo spesso le rose di macchia, roselline selvatiche forti e poetiche, dai petali a forma di cuoare, rosa con unghia bianca: forse appartenenti alla specie Rosa canina, o forse no. Anni dopo, dopo la laurea in Scienza agrarie, mentre lavoravo per il Centro Botanico, in via dell’Orso, ho potuto approfondire un poco la conoscenza delle rose botaniche perché erano diventate, e lo sono ancora, la passione del proprietario, Angelo Naj Oleari. Ho scoperto che sono tantissime, se ricordo bene oltre un centinaio, provenienti da terre lontane e in particolare dalla Cina. Arbsutive o sarmentose, nei nostri giardini non hanno avuto una grande fortuna, sicuramente per la loro fioritura unica, seppure meravigliosa. Eppure hanno molte qualità: sono tostissime, crescono nei posti difficili, non hanno bisogno di cure; sono in genere molto spinose per cui sono ottime per le siepi di confine come per ricoprire e sostenere pendii; hanno spesso fiori e foglie profumate; producono cinorrodi graditi da uccelli e animali selvatici, oltre che molto decorativi.

Perciò, sono stata molto contenta di scoprire che Andrea Bassino, giovane fondatore del vivaio Barone di Nassa,  dove coltiva specie autoctone italiane, erbacee e arbustive particolari, perlopù partendo da seme) ne ha raccolto un’interessante collezione: «Come sai molto spesso le rose sono considerate solo per il loro fiore, trascurando l’interesse della pianta nel suo complesso: portamento, tessitura delle foglie, etc, e la cosa che più frequentemente si chiede loro è di fiorire a ripetizione. Ma perché le rose devono essere sempre rifiorenti mentre i lillà, le magnolie, e la maggior parte delle altre piante no?», mi dice Andrea, «Io ho voluto fare una scelta controcorrente e selezionare alcune specie per la bellezza complessiva della pianta e alcune loro particolarità, in modo da poterle usare come arbusti, per le loro foglie, i loro rami, la loro resistenza, e magari farne un uso differente dal solito.Per essere certo della determinazione delle singole specie ho chiesto la collaborazione di Alessandro Corbellini, che è un rodologo di fama riconosciuta, che si è anche occupato di selezionare le migliori genetiche, in modo da essere certo di avere piante sane e vigorose». Tutte le rose che ha scelto Andrea sono a fioritura primaverile: una fioritura sempre elegantissima ed abbondante, un vero evento da attendere di anno in anno. Eccole: le descrizioni sono di Andrea, poetiche come lo sono loro.

Rosa cymosa: rosellina rampicante cinese, da numerosi piccoli fiori bianchi con stami gialli, foglie allungate e lanceolate che si tingono di porpora bruno in autunno

Rosa caudata: bella rosa spontanea della flora cinese, che dà il massimo in climi freschi: è un arbustone di grandi dimensioni (supera i due metri di altezza), che può essere pensato come elemento di gruppi profondi di arbusti, come siepi campestri, oppure cespuglio importante all’imbocco di boscaglie. Ha una presenza scenica notevole, con rami vigorosi con belle spine dritte. La fioritura ha una sfumatura intensa ma raffinata del rosa, come tutte queste rose il colore è particolare ma mai eccessivo, la natura ha saputo scegliere davvero le tinte migliori. Favolosi i cinorrodi! Uno spettacolo per l’inverno.

Rosa farreri persetosa: di origine cinese, tra tutte è la più bassa, si sviluppa in larghezza ed è una rosa davvero molto bella: i rami lunghi e curvi si riempono di piccolissimi fiorellini rosa che cambiano colore con la maturazione. Senza contare che ha bellissime foglie, simili a felci, porpora in autunno.

Rosa forrestiana: di origine cinese, è un bell’arbusto che da solo occupa un paio di metri quadri, grappoli di fiori ciliegia, di gran bella tessitura, con foglioline medio piccole, e cinorrodi allungati. Se possibile, datele una posizione fresca.

Rosa gilardii: è il vero gioiello della collezione! Ha fiori malva, su foglie leggermente glauche, portate con molta eleganza dai rami delicatamente morbidi. Dal vivo conquista chiunque.

Rosa hemsleyana (Rosa setipoda): della mia selezione questa è la rosa con le foglie più grandi, non per questo però meno sane! Originaria della Cina centrale, è una bella rosa vigorosa e alta, a portamento eretto: forma in grosso cespuglio alto 2 metri, con fiori rosa leggermente profumati e una virtù nascosta: le foglie hanno un profumo balsamico, come di legno d’abete.

Rosa moyesii ‘Arthur Hillier’: questa varietà di moyesii a differenza della specie e della ‘Geranium’, più diffuse, sopporta meglio il caldo, per questo riesce a crescere bene ed esprimersi molto meglio delle altre sue parenti. Anche qui parliamo di un fiore singolo nelle sfumature del rosa carico, leggermente profumati. Raggiunge i 2-2,50 metri di altezza.

Rosa sambucina: rampicante originaria delle montagne di Giappone e Taiwan, molto robusta, fiori bianchi piccoli, molto profumati, in mazzi. Viene benissimo in situazione di mezz’ombra (luce diretta al mattino), sopratutto nei climi caldi. Da considerare per una copertura di 3-4 metri.

Rosa silenidiflora: arbusto cinese, alto circa un 1,70 metri, con fogliame e fiore rosa abbastanza grandi.

Rosa ‘Taben Syorin Siro’: selezionata in Giappone è probabilmente un ibrido di Rosa wichuraiana. Rampicante da utilizzare come coprisuolo o far crescere su un supporto, ha foglie piccole verde scuro e corolle cuoriose, bianche, che nella forma stradoppia ricordano quella delle peonie.È molto sana e vigorosa.

Rosa xanthina: originaria della Cina centrale, è la vera specie botanica, non la pur bella varietà ‘Canary Bird’; ha rami arcuati, molto spinosi, con spine in questo caso sono più grandi e decorative, rosse e traslucenti quando giovani. Foglie divise in molte piccole foglioline, che ricordano le fronde delle felci. Più vigorosa della ‘Canary Bird’, ma sempre con i fiori gialli.

 

 

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