La Mela ‘Francesca’

Queste belle mele succose sono prodotte da un paio di piante che crescono nel giardino di mia cugina Raffaella, a Castel Fiorentino. Appartengono a ‘Francesca’, un’antica varietà toscana: pare originaria della provincia di Arezzo, è diffusa in particolare nella zona del Valdarno Inferiore e fra Firenze e Pisa, ma la si ritrova sporadicamente anche nell’Italia centrale. Nota fin dal Rinascimento, ‘Francesca’ è stata raffigurata, nella seconda metà del 1600, da Bartolomeo Bimbi (1648-1729), pittore di piante e fiori alla corte di Cosimo III de’ Medici, per i quale ritrasse ogni tipo di ortaggio e frutto nelle celebri tavole e nature morte che molto hanno contribuito a identificare le varietà dell’epoca. Nel 1815 è stata descritta da Giorgio Gallesio (1772-1839), autore del celebre Pomona Italiana (compendio illustrato della maggior parte delle varietà fruttifere coltivate nel nostro Paese nel 1817-1839), dopo averla incontrata durante il suo viaggio in Toscana. Piaceva tanto, questa mela gustosa e serbevole, che negli anni Sessanta del secolo scorso era la seconda varietà più coltivata in Toscana, prima che con l’avvento della frutticoltura industriale fosse sostituita dalle cultivar moderne.

Inserita nell’elenco dei prodotti tradizionali toscani, ‘Francesca’ è un albero di vigoria medio-alta, dalla chioma espansa, lenta a entrare in fruttificazione e con poca allegagione. È sensibile alla ticchiolatura. Il suo ambiente ideale è la montagna, ma  cresce bene anche in pianura. Dopo aver rischiato l’estinzione, ultimamente è stata rivalutata, per cui la si trova oltre che in molti vivai, toscani e non, anche in coltivazione, seppure ancora ridotta.

I frutti sono medio-piccoli, tondeggianti, un poco appiattiti, con buccia dapprima verde-acido sfumata di rosso, e, a maturità, giallo paglierino ma sempre con una guanciotta rossa. La polpa è bianca, soda, fine, succosa, all’inizio acidula ma dolce e zuccherina a maturità, profumata e aromatica. Le mele si raccolgono a metà ottobre,  si lasciano in fruttaio fino all’inizio di novembre, per terminare la maturazione, e si conservano fino ad aprile. Le si può gustare fresche o utilizzare per preparare torte, marmellate, mostarde e distillati. Come molti altri frutti aromatici, un tempo venivano anche inserite neglia rmadi per profumare i vestiti.

Orgine del nome. Questa antica cultivar non è dedicata, come verrebbe fatto pensare, a una bella dama: ‘Francesca’ deriva invece da Francigena, l’insieme di percorsi, seguiti soprattutto dai pellegrini, che dall’Europa settentrionale, e in particolare dalla Francia, portavano fino a Roma, la Città Eterna, e da qui, Puglia, da cui partivano le navi per la Terra Santa. Ebbene, lungo il tratto toscano crescevano molti alberi spontanei di un questo melo in particolare, in seguito selezionato come varietà e così chiamato. 

Mela ‘Francesca’

 

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